Aggressioni alla Rems, alta tensione: "Bando per la vigilanza privata. Tutto tace: è troppo rischioso"

Accorato appello di Ferrara (Cisl): "L’aggressore dopo l’arresto è stato rimesso nella stessa struttura mentre il medico è stato trasferito. I parlamentari locali coinvolgano il governo prima che ci scappi il morto".

Aggressioni alla Rems, alta tensione: "Bando per la vigilanza privata. Tutto tace: è troppo rischioso"

Gennaro Ferrara, Cisl

"Il 10 settembre abbiamo incontrato l’Azienda Usl di Reggio, condividendo il lancio di un bando per selezionare un servizio di vigilanza privata h24. È passato un mese e la vigilanza h24 non si è vista. Da quanto sappiamo perché la cooperativa contattata ritiene troppo rischioso impiegare il suo personale alla Rems – spiega Ferrara –. Il risultato è che ancora c’è in servizio un solo vigilante sigillato nella sua guardiola per controllare le telecamere e dare l’allarme. Concretamente, oggi l’unica forma di sicurezza in caso di aggressione resta la fuga e il barricarsi aspettando che arrivino carabinieri o polizia. Non è così che funziona un Paese civile". Sono le parole di Gennaro Ferrara, segretario generale Cisl Fp Emilia Centrale, dopo che un uomo, che ha pestato un medico, seminato il caos alla Rems e poi è evaso, dopo essere essere stato arrestato è stato rimesso nella stessa Rems. "Ricapitolando: il 27 agosto un ospite della Rems di via Montessori è evaso picchiando un medico, mandandolo in ospedale e minacciando una dottoressa. Ora quel soggetto viene reinserito in struttura e l’Ausl trasferisce altrove il medico per ragioni di sicurezza. Lasciando gli infermieri e oss in balia degli eventi e del pericolo. Delle due l’una: o quel soggetto è pericoloso e allora non deve stare a Reggio. O non è pericoloso e allora vorrei sapere perché un medico viene trasferito e i sanitari che lavoravano con lui devono continuare a vivere una situazione insostenibile". Ferrara torna ad alzare lo scudo del sindacato di via Turri in difesa del personale che opera nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che ospita temporaneamente criminali condannati, ritenuti affetti da disturbi mentali. "La lettera scritta dal personale è un colpo dritto al cuore. Lo dico come infermiere che ha lavorato in questo tipo di strutture ad alto rischio e lo dico da sindacalista. Questi ragazzi vengono umiliati e offesi ogni giorno. Cisl Fp chiede alle Istituzioni di risolvere questa situazione surreale: è il momento di dimostrare che quando si dice basta alla violenza, alle parole devono seguire i fatti. Invito tutti a prendere molto sul serio quanto hanno scritto i sanitari, testimoniando che il ritorno alla Rems dell’ospite evaso ha ottenuto l’effetto di convincere gli altri pazienti, tutti condannati per vari reati, che chi sbaglia non paga per i propri errori". Ferrara è in contatto costante con il personale: "Il picco delle violenze nella Rems si è registrato a giugno, con 20 aggressioni in un mese. E da allora i professionisti ci dicono che ogni giorno vengono insultati e minacciati".

La sorveglianza alla Rems resta la nota dolente. "Le Rems sono nate con la riforma del 2014, che ha chiuso i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). La differenza è che negli Opg lavorava la polizia penitenziaria, mentre alla Rems i sanitari si devono difendere da soli. Per questo torno a chiedere ai parlamentari di Reggio di ingaggiare il Governo affinché ripari le storture di questo sistema, prima che ci scappi il morto". Cisl Fp chiede l’introduzione di braccialetti o clip indossabili per la chiamata geolocalizzata in caso di pericolo, un protocollo per la piena assistenza legale e psicologica dei sanitari aggrediti, migliorie tecnologiche, peraltro già avanzate ad Ausl: permettere anche ai cordless di chiamare verso l’esterno ed estendere la videosorveglianza, coprendo le zone cieche".