Reggio Emilia, 30 giugno 2019 - Regali acquistati dai genitori ai loro figli dati in affido ad altre famiglie e mai arrivati ai bambini. Una Barbie, una consolle, astucci, oltre a scarpe da calcio, da ginnastica e vestiti, qualcuno accolto in una carta dai decori natalizi, e un pandoro. Ma come in una favola spaventaosa dove a Babbo Natale si sostituisce all’improvviso una strega, quei doni i piccoli non li hanno mai ricevuti. Eccoli, stipati in un ufficio dei Servizi sociali di Bibbiano, dove venivano accumulati dal personale dei servizi sociali finito sott’inchiesta. La mancata consegna sarebbe avvenuta, secondo gli inquirenti, «per alterare lo stato psicologico ed emotivo dei bambini rispetto ai propri genitori e nel rapporto con loro».
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È quanto si ipotizza, per il caso di due fratellini su cui era in corso una causa civile al tribunale dei minori di Bologna sul loro affidamento. Secondo gli inquirenti, la responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi, l’assistente sociale Francesco Monopoli – entrambi agli arresti domiciliari – e la collega Cinzia Magnarelli (sospesa per sei mesi dal lavoro), avrebbero ottenuto l’allontanamento dei bambini dalla famiglia, «anche sulla scorta di motivazioni false, seguite soprattutto all’archiviazione di un procedimento penale a carico del padre». Poi avrebbero «diradato gli incontri tra i minori e i genitori sospendendoli anche per lunghissimi periodi senza reale e legittima motivazione».
Ai tre operatori, per i quali si ipotizza la frode processuale in concorso, viene contestato di aver impedito, dall’aprile 2016 al dicembre 2018, «lo scambio di regali e corrispondenza anche durante particolari ricorrenze» e persino di non aver informato i due bambini «dell’avvenuta nascita di un fratellino».
Monopoli e Anghinolfi sono anche indiziati di non aver dato ai piccoli «regali e lettere del Natale 2018, appositamente consegnate ai servizi sociali dai genitori perché venissero date ai bambini». Monopoli avrebbe anche contattato un giudice onorario riuscendo a convincerlo che uno dei bambini mostrava una volontà altalenante di rivedere i genitori, quando invece sarebbe stato convinto di volerlo fare: il magistrato avrebbe così rinviato la decisione.
Ad Anghinolfi e alla psicologa dell’Ausl Imelda Bonaretti (sospesa per sei mesi dall’attività) viene contestato, tra le altre cose, di aver inibito i contratti tra Alice (nome di fantasia, ndr) e i suoi familiari, «impedendo alla bambina di trascorrere il suo compleanno con loro e di ricevere i regali che i parenti e i compagni di classe avevano comprato per lei». Una voce di donna intercettata nella stanza dei servizi sociali di Bibbiano da una microspia collocata dai carabinieri dice che i regali «giacciono qua per mesi. Nessuno glieli consegna (ai bambini dati in affidamento, ndr) perché dicono che è meglio così...»