Affidi, è bagarre sull’abuso d’ufficio. Il ministro Nordio snobba istanza pm: "Penso sarà dichiarata inammissibile"

Angeli e Demoni, la procura ha posto una questione di legittimità sull’abrogazione

Affidi, è bagarre sull’abuso d’ufficio. Il ministro Nordio snobba istanza pm: "Penso sarà dichiarata inammissibile"

Angeli e Demoni, la procura ha posto una questione di legittimità sull’abrogazione

"Penso proprio che sarà dichiarato inammissibile". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio (nella foto), a margine di una conferenza stampa a Roma, ha risposto a una domanda sull’istanza della procura di Reggio secondo cui sarebbe incostituzionale l’abrograzione del reato di abuso d’ufficio. "Come si fa a pensare che una norma che abolisce un reato sia incostituzionale? Se paradossalmente fosse eliminata questa norma cosa fa? Fa rivivere un reato abolito da una norma di legge? – si chiede il guardasigilli nel pensiero riportato dalle agenzie di stampa – L’incostituzionalità di una norma che abolisce un reato è una contraddizione. Anche se paradossalmente fosse accolta dalla Corte, il reato già eliminato non può rivivere a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, sarebbe una retroattività della legge penale inammissibile dalla stessa Costituzione".

Il dibattito scaturisce dalla battaglia della procura nell’udienza di due giorni fa nel processo sui presunti affidi illeciti di bambini. Il pubblico ministero Valentina Salvi ha presentato infatti al tribunale un’istanza in cui solleva una questione di legittimità costituzionale sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio di recente approvata.

Tra gli imputati chiamati a risponderne, figura l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Secondo il pm, per le condotte che restano fuori dall’applicazione del 314 bis – alla distrazione del pubblico agente di denaro o cose mobili – si configura "un vuoto tutela e una lesione dei beni costituzionali dirompente: non saranno più riconducibili ad alcuna fattispecie penale l’abuso di vantaggio, l’abuso di danno e soprattutto la condotta del pubblico ufficiale in evidente conflitto di interessi. Il legislatore ha lasciato un vuoto di tutela che contrasta con gli obblighi assunti in ambito comunitario: dopo l’entrata in vigore del 314 bis, nei 30 giorni tra la data di approvazione parlamentare e la firma del presidente della Repubblica, la Commissione europea ha emanato un documento in cui, sulle ultime riforme in Italia, certifica che la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze è prevista dalla convenzioni internazionali sulla corruzione ed è strumento essenziale per le procure".

Il pm ha ravvisato la violazione

degli articoli 3, 24, 97 e 117 della

Costituzione. Le parti civili si sono associate al pm, ma l’avvocato di parte civile della Regione, Mariano Rossetti, ha invitato il pm a esplicitare se vi è continuità normativa con la fattispecie del 314 bis oppure no: "Deciderà il tribunale, ma se si ritiene che vi sia, come penso io allora la questione sollevata è tendenzialmente inammissibile".