REDAZIONE REGGIO EMILIA

Affidi e abuso d’ufficio. La resistenza della procura

Presentata un’istanza dove il pm solleva questione di legittimità costituzionale della norma che da agosto ha abrogato il reato: deciderà il tribunale.

Il pm. Salvi, l’ex sindaco di Bibbiano. Carletti e l’avvocato difensore. Tarquini

Il pm. Salvi, l’ex sindaco di Bibbiano. Carletti e l’avvocato difensore. Tarquini

Nel processo sui presunti affidi illeciti di bambini, il pubblico ministero Valentina Salvi ha presentato ieri al tribunale un’istanza in cui solleva una questione di legittimità costituzionale sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio di recente approvata. Tra gli imputati chiamati a risponderne, figura l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Secondo il pm, per le condotte che restano fuori dall’applicazione del 314 bis – alla distrazione del pubblico agente di denaro o cose mobili – si configura "un vuoto tutela e una lesione dei beni costituzionali dirompente: non saranno più riconducibili ad alcuna fattispecie penale l’abuso di vantaggio, l’abuso di danno e soprattutto la comdotta del pubblico ufficiale in evidente conflitto di interessi. Il legislatore ha lasciato un vuoto di tutela che contrasta con gli obblighi assunti in ambito comunitario: dopo l’entrata in vigore del 314 bis, nei 30 giorni tra la data di approvazione parlamentare e la firma del presidente della Repubblica, la Commissione europea ha emanato un documento in cui, sulle ultime riforme in Italia, certifica che la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze è prevista dalla convenzioni internazionali sulla corruzione ed è strumento essenziale per le procure".

Il pm ha ravvisato la violazione degli articoli 3, 24, 97 e 117 della Costituzione.

Le parti civili si sono associate al pm, ma l’avvocato di parte civile della Regione, Mariano Rossetti, ha invitato il pm a esplicitare se vi è continuità normativa con la fattispecie del 314 bis oppure no: "Deciderà il tribunale, ma se si ritiene che vi sia, come penso io allora la questione sollevata è tendenzialmente inammissibile". Hanno intanto preso la parola le prime difese, in attesa che le altre lo facciano nella prossima. Mentre il collegio dei giudici presieduto da Sarah Iusto ha preso tempo per studiare la questione. Gli avvocati Giovanni Tarquini per Carletti e Oliviero Mazza per l’ex responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi hanno chiesto l’assoluzione per le accuse specifiche mosse ai loro assistiti e domandato l’inammissibilità dell’istanza: "È una questione irrilevante perché se venisse accolta potrebbe a una retroattività sfavorevole che è vietata dalla Costituzione – sostiene l’avvocato Mazza –. C’è stato un lasso di tempo, che è quello attuale, in cui il fatto non è previsto dalla legge come reato".

Alessandra Codeluppi