FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Affidi contestati, in aula il caso-pilota: "Bimba strappata alla sua famiglia"

Prosegue la requisitoria del processo Angeli e Demoni: la ricostruzione del pubblico ministero Salvi "Anghinolfi usò un singolo episodio per far sì che venissero accertati a priori degli abusi sulla minore" .

l pubblico ministero Valentina Salvi (foto di repertorio)

l pubblico ministero Valentina Salvi (foto di repertorio)

È continuata ieri la requisitoria-fiume del pubblico ministero Valentina Salvi, nel processo sui presunti affidi illeciti di bambini che conta 14 imputati. Ieri ci si è soffermati sul caso-pilota, quello di una bambina nata da un giovane con difficoltà e da una 14enne, allontanata dai nonni l’11 aprile 2018 e poi collocata in comunità e successivamente da affidatari. Di fronte alla segnalazione di un sospetto abuso sessuale sulla piccola da parte del compagno della madre, scattò l’indagine e poi il caso fu archiviato: al vaglio vi è un disegno della bambina che sarebbe stato falsificato con l’aggiunta di mani apposta per rappresentare un palpeggiamento da parte dell’ex convivente.

"Anghinolfi usò pretestuosamente un singolo episodio a lei riferito: dai documenti emerge che non vi fossero continui bruciori, dunque perché sottoporre la bambina a una visita ginecologica così invasiva? Il nulla - sostiene Salvi - se non il suo tentativo di accertare abusi". Tra le circostanze ripercorse, l’allontanamento della minore: "Fu prelevata a scuola e portata in comunità all’insaputa dei nonni e dei genitori" e questo fu deciso dai servizi sociali almeno da metà marzo. "Lo prova la testimonianza della responsabile della comunità. che ha raccontato di un incontro a Montecchio con la psicologa Imelda Bonaretti e l’assistente sociale Annalisa Scalabrini, in cui emerse che i servizi avrebbero anche collocato subito la minore se vi fosse stata la possibilità".

Il pm ha anticipato una richiesta di assoluzione per l’accusa di tentata violenza privata a carico di Bonaretti. In prima battuta era emerso che giorno dell’allontanamento, la madre chiese consiglio a Bonaretti, che le disse di assecondare ciò che i servizi decidevano, "frase che poteva essere interpretata in diversi modi". Ma poi nel controesame dall’avvocato Franco Libori, "la mamma ha detto che Bonaretti le riferì che non era necessario fare una denuncia perché la segnalazione era partita d’ufficio: ciò toglie ogni dubbio sulle responsabilità di Bonaretti".

Alessandra Codeluppi