Reggio Emilia, 27 novembre 2024 – Torna l’incubo dei ‘fasti’ di Aemilia: il boss Antonio Gualtieri, uno dei boss della cosca di 'ndrangheta emiliana legata a Grande Aracri, è stato arrestato ieri sera a Reggio Emilia con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Gualtieri aveva appena terminato di scontare la sua pena 20 giorni fa, era stato condannato con il rito abbreviato a 12 anni di reclusione (pena in parte espiata ai domiciliari in virtù di gravi problemi di salute) dopo la sentenza nell'ambito del processo Aemilia per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, ricettazione ed emissione di fatture false.
L’esecuzione
Gli agenti della squadra mobile della polizia, ieri sera, hanno condotto Gualtieri in carcere e nelle prossime ore dovrà comparire davanti al gip per l'udienza di convalida. Il boss è stato uno dei vertici della cosca di 'ndrangheta emiliana, incaricato a coordinare e organizzare i principali affari illeciti e le principali operazioni finanziarie, dove venivano riversati i proventi illeciti della consorteria dalla vocazione spiccatamente imprenditoriale.
Il fatto
Una volta in libertà, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 63enne si sarebbe messo all'opera nelle ultime settimane per riscuotere un credito di circa 190mila euro vantato da un suo familiare nei confronti di un agente immobiliare. E avrebbe agito “col tipico metodo intimidatorio e minaccioso degli 'ndranghetisti per costringere il debitore ad assolvere al pagamento, con minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari, assoggettando e incutendo timore in virtù della sua caratura criminale”, spiega una nota diffusa dalla questura di Reggio Emilia. Un quadro ritenuto gravemente indiziario dalla procura diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci che, in coordinamento con la direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha adottato il provvedimento restrittivo d'urgenza eseguito dalla squadra mobile.