
di Bruno Cancellieri
La chirurgia reggiana ha perso con Sergio Leoni, deceduto all’ospedale di Correggio, un protagonista urologo e andrologo. Lo specialista scomparso fu tra i componenti di maggior spicco della scuola storica del maestro Umberto Musiani. Aveva 75 anni e nella primavera scorsa fu colpito da un grave malore che ne ha condizionato gli ultimi mesi di vita.
Leoni lavorava e operava in strutture private reggiane (Salus hospital, Centro Spallanzani) e al San Raffaele di Milano, dopo aver lasciato per raggiunti limiti di età l’arcispedale Santa Maria Nuova nel quale si formò nella divisione urologica di Musiani che diresse succedendo ad un altro allievo del maestro, Umberto Villani. Molto attivo come chirurgo in oncologia urologica, Leoni, dopo essersi specializzato all’Università di Bologna fu professore a contratto a Parma e perfezionò studi andrologici negli Stati Uniti da dove negli anni Novanta fu tra i primi ad importare in Italia il viagra. Al Santa Maria Nuova sostenne strenuamente la divisione di cui era responsabile in anni non sempre finanziariamente prodighi soprattutto a livello di dotazioni tecnologiche.
Leoni è ricordato da colleghi di ogni età anche nel ruolo di formatore. Nella sua équipe sono cresciuti urologi, ora tra gli affermati assistenti dell’attuale direttore Franco Bergamaschi. Il ruolo di “innovatore tenace” dello specialista reggiano scomparso è stato sottolineato, tra gli altri, da Roberto Rossi Cesolari, responsabile urologo dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti che nell’arcispedale reggiano lavorò al fianco di Leoni svolgendone anche le funzioni dopo il pensionamento e prima della direzione di Bergamaschi.
Il noto specialista lascia la moglie Marta, la figlia Lia e i nipiti.
La camera ardente per Sergio Leoni è stata allestita a Reggio nella casa funeraria (aperta dalle 8 alle 19) della Croce Verde, da dove domani alle 9 partiranno i funerali per la chiesa di San Terenziano a Cavriago dove verrà celebrata la messa. Successivamente, in forma strettamente privata, si proseguirà per l’ara crematoria del cimitero nuovo di Coviolo. La famiglia predilige opere di bene ai fiori.