di Bruno Cancellieri
Senza mai concedere nulla, in privato come in pubblico, alle tentazioni da “first lady” (quand’era consorte del presidente del Consiglio), Flavia Franzoni Prodi sapeva stare comunque al centro delle affollate riunioni di famiglia, per esempio nello storico “castello” dei Prodi, il casolare antico di Bebbio di Carpineti che ha ospitato per tanti anni le ricorrenze familiari, prima fra tutte il compleanno del marito Romano. Arrivava sulla collina reggiana, andava alla Messa in compagnia del Professore, spesso reduce da una salutare escursione con l’inseparabile bicicletta, e insieme, mano nella mano, giungevano al castello dove ad attenderli trovavano fratelli, cognati, figli, nipoti. Anche ieri, lei e il Professore passeggiavano uno accanto all’altra quando la signora Flavia è stata stroncata da un malore. Flavia Franzoni aveva 76 anni, otto meno del marito. Entrambi reggiani, si conobbero frequentando l’Università di Bologna. Don Camillo Ruini, poi divenuto cardinale e uomo di punta della Cei, li sposò nel 1969. Hanno due figli e sei nipoti.
“Eravamo vicini di casa – raccontò Romano Prodi in un’intervista di qualche anno fa -, ci siamo conosciuti a Reggio. Io facevo la corte a Flavia, che abitava in via Emilia San Pietro”. L’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea e la moglie, donna di successo nel mondo accademico, profonda conoscitrice del welfare, ex direttrice dell’Istituto regionale per i servizi sociali, hanno celebrato le nozze d’oro quattro anni fa. A chi gli chiedeva il segreto di un accordo tanto longevo, Prodi confidò: ”Il segreto è la manutenzione degli affetti necessaria perché nella vita ci sono sempre difficoltà e inconvenienti, ma se c’è affetto si supera tutto”.
Le difficoltà nel tempo si sono purtroppo puntualmente palesate anche nel clan familiare (l’on. Romano è l’ottavo di nove figli), ad esempio a livello di salute e di lutti. Il 22 marzo è morto dopo una lunga malattia l’architetto Quintilio Prodi, fratello di Romano, “firma” autorevole di diverse
costruzioni reggiane e “anima” della Famiglia artistica reggiana. Ieri è mancata Flavia Franzoni. La notizia è piombata a Reggio nell’abitazione dei nipoti con tutta la sua carica drammatica.
“Siamo straziati – affermano per voce di uno di loro -, la zia Flavia era una persona centrale, un pilastro, oltre che un’amica e confidente. E’ difficile anche soltanto immaginare l’armonia totale della coppia Romano e Flavia. Hanno vissuto sempre fianco a fianco affiatati, armoniosi, in totale concordia, condividendo le idee, ricercando insieme le soluzioni. La vita di Flavia è fatta di studi, di conoscenza, di enorme cultura. Lei è stata un esempio assoluto di come essere se stessi anche quando si incontrano i famosi potenti del mondo, secondo una cifra assolutamente tutta sua”.