DANIELE PETRONE
DANIELE PETRONE
Cronaca

La ragazza che accusa Portanova di stupro: "Grazie alle donne scese in piazza"

"È stato come un abbraccio, mi hanno detto: non sei sola. La decisione del Coni? Non mi interessano i regolamenti. Ma chi gioca a calcio è un modello e bisogna tenerne conto"

Manolo Portanova (nel tondo) è stato condannato a sei anni per stupro di gruppo

Reggio Emilia, 6 agosto 2023 – Sabrina (nome di fantasia), Manolo Portanova ha ottenuto il via libera dal Coni per giocare e molto probabilmente oggi farà il suo debutto in Coppa Italia con la maglia della Reggiana, suo nuovo club. Che effetto le fa?

"Avrei di gran lunga preferito ricevere altre notizie come l’inizio di un percorso di rieducazione per uomini maltrattanti che continuo a consigliare caldamente. Sarebbe un percorso utile per tutti gli uomini in generale, per far veder loro la vita dagli occhi della vittima".

Quindi non avrebbero dovuto permettergli di lavorare?

"Il punto non è che Portanova giochi o no. Questo risponde a logiche che hanno poco a che fare con i fatti di cui si discute, perché i regolamenti della Figc non si occupano di questo. Il problema è che chi gioca a calcio rappresenta un modello e ha una visibilità che bisognerebbe utilizzare bene".

La città di Reggio Emilia è spaccata: gran parte dei tifosi difendono il calciatore, mentre le associazioni anti-violenza stanno battagliando con manifestazioni e sit-in di protesta anche davanti ai campi di allenamento del club.

"Mi sono commossa quando mi è stato mostrato il video delle femministe in piazza. È stato come ricevere un enorme abbraccio, come sentirsi dire “non sei mai sola”. Ed è emozionante sapere che anche chi non conosci lotta per te. La mia battaglia è la battaglia di ogni donna al mondo. Troppe donne continuano a subire violenza e troppi uomini continuano a commentarla senza comprendere il male che fanno".

Le incontrerà?

"Per ora non posso fare altro che ringraziarle pubblicamente col cuore. Lo farò anche privatamente alle dirette associazioni tra cui anche l’associazione ’Donna chiama donna’ che con l’avvocato Claudia Bini ed il mio legale Jacopo Meini mi sono state vicine".

C’è però anche chi critica le femministe come la famiglia di Jessica Filianti, 17enne uccisa dal suo ex fidanzato nel 1996 proprio a Reggio Emilia. Sostenendo che sia giusto consentire al calciatore di lavorare per poter pagare un risarcimento in caso di un’eventuale condanna definitiva...

"Comprendo la mamma della ragazza uccisa e mi spiace che non le siano stati riconosciuti i danni come dovrebbe essere per tutte le vittime. Ma a me sinceramente del risarcimento non è mai importato nulla perché il dolore non ha prezzo".

Nel ricorso in Appello, la difesa di Portanova sostiene che lei quella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 fosse consenziente. O quantomeno che non avesse manifestato con chiarezza il proprio dissenso.

"I processi si fanno in tribunale e ci sono dei giudici, persone qualificate. E già due giudici diversi (Siena per Portanova e lo zio Alessio Langella e Firenze per il minorenne coinvolto, ndr ) che hanno emesso una condanna basate su prove. Ci sono state lesioni refertate il giorno successivo al pronto soccorso. E la sentenza si è basata su messaggi, sui video e quindi su tesi assolutamente concrete. Oltre ai nostri consulenti anche quelli del pm hanno affermato che le lesioni fossero compatibili con un rapporto non consenziente".

Cosa risponde a chi dice che si è inventata tutto?

"La mia verità che è anche la verità assoluta dei fatti è quella che ho sempre raccontato e che da sempre racconto. Dunque sono io a chiedere a lui di dire la verità. Ricordo anche che, non avendo alcun problema nel dire la verità, chiesi un confronto con lui nello specifico. Un confronto protetto che Manolo ha rifiutato in udienza. A che pro avrei dovuto inventare...?".

Poi c’è chi dice che lo ha fatto per ottenere soldi.

"Non ho mai chiesto niente, accettato niente e voluto niente (la ragazza ha rifiutato un’offerta di 25mila euro, il giudice di primo grado ha stabilito 100mila euro di risarcimento per lei, ndr ). Ricordo anzi che il mio interesse nei suoi confronti nacque senza che sapere chi fosse e che cosa facesse nella vita. Il suo nome non mi ha portato a nulla di positivo, non ho ottenuto niente da tutta questa storia. Ho ottenuto solo dolore e lo stesso dolore lo vive la mia famiglia. Confiderò sempre e solo nella giustizia sperando che essa continui a fare il suo corso come già ha fatto".