REDAZIONE REGGIO EMILIA

Accoltellò il coinquilino, condannato a cinque mesi

La lite nacque dopo l’acquisto di un mocio e la ripartizione delle spese. La difesa: "Faremo ricorso"

La lite nacque dopo l’acquisto di un mocio e la ripartizione delle spese. La difesa: "Faremo ricorso"

La lite nacque dopo l’acquisto di un mocio e la ripartizione delle spese. La difesa: "Faremo ricorso"

Un litigio tra cugini coinquilini degenerò in un accoltellamento. Secondo una prima ricostruzione, da tempo i due giovani nigeriani litigavano spesso per chi dovesse svolgere le pulizie nella casa da loro condivisa in via Bligny. Il fatto avvenne l’8 dicembre 2023: alla richiesta fatta dal ragazzo oggi 37enne di contribuire per l’acquisto di un mocio per i pavimenti, sarebbe scaturita una lite a seguito della quale Endurance Iwelomhen, 31 anni, colpì il cugino con un coltello da cucina lungo 30 centimetri (di cui 19 di lama), ferendolo alla gamba e al collo. Il giudice Giovanni Ghini ieri lo ha condannato a 6 mesi con pena sospesa, più 5mila euro di risarcimento al ferito. Il 37enne fuggì e chiamò il 112, poi fu portato all’ospedale: per le ferite, fu formulata una prognosi di due settimane. I carabinieri denunciarono il presunto accoltellatore nel 31enne, finito a processo con due accuse: lesioni aggravate dai futili motivi, dall’aver approfittato dell’ospitalità e con l’uso del coltello; aver portato il coltello fuori casa, poi trovato nel giardino.

Ieri il pubblico ministero ha chiesto un anno e mezzo di condanna per le lesioni, più un anno di arresto e una multa per il porto d’arma. Il 37enne si è costituito parte civile affidandosi all’avvocato Giacomo Tognetti. L’avvocato difensore Carmine Migale (foto) ha sostenuto che sia la lite sulle pulizie sia i soldi chiesti al 31enne che non li diede "sono circostanze confermate dallo stesso imputato" e ha fornito una ricostruzione alternativa. Iwelomhen sarebbe stato in camera, "quando sentì baccano. Era il 37enne che stava sfasciando la casa dopo aver chiesto soldi a tutti senza averli. Il mio assistito se lo ritrovò davanti con un coltello e, cercando di sfilarglielo, si ferì al labbro e alla testa. Non andò al pronto soccorso perché poco dopo, nel giro di un’ora, arrivarono i carabinieri". Il legale ha chiesto di riconoscere la legittima difesa, in subordine il minimo della pena e i benefici; per l’arma, invece, la non punibilità per tenuità del fatto (da questo reato il 31enne è stato assolto). L’avvocato Migale annuncia l’impugnazione: "Andremo in Appello perché il mio assistito si difese da un’aggressione per futili motivi".

al.cod.