ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Accoltellato a 18 anni, la verità dai video: colpito dietro alle Poste. "Ma non volevo ucciderlo"

Mohamed Alì Thabet camminò poi disperatamente fino al binario 1 dove si accasciò e morì. La lite era iniziata in piazzale Europa per 20 euro. Imputato Trabelsi, tunisino 23enne. L’avvocato: "Soffre molto, è pentito"

Il momento dell’arresto di Trabelsi. In piccolo la vittima: Mohamed Alì Thabet

Il momento dell’arresto di Trabelsi. In piccolo la vittima: Mohamed Alì Thabet

Reggio Emilia, 6 luglio 2024 – Una ricostruzione della dinamica dell’omicidio con dettagli diversi da quelli conosciuti fino a oggi. Con la vittima che, dopo essere stata accoltellata, camminò disperatamente fino al binario uno della stazione, dove si accasciò e morì. È quanto emergerebbe dai filmati della videosorveglianza che immortalano gli ultimi attimi di vita del 18enne Mohamed Alì Thabet, ucciso nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2023 nel quartiere della stazione ferroviaria. Il responsabile, che confessò durante l’interrogatorio di garanzia, è Hadi Trabelsi, tunisino oggi 23enne: per lui è iniziato ieri il processo con rito ordinario davanti alla Corte d’Assise presieduta da Cristina Beretti, a latere Francesca Piergallini e i membri popolari. Il pubblico ministero Giulia Galfano gli contesta l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

A sfondo della morte, vi è il contesto in cui disperazione, degrado e illegalità si mescolano nelle esistenze degli stranieri che gravitano nella zona. Il giovane fu arrestato il 14 luglio 2023, dopo un mese e mezzo di latitanza: secondo la ricostruzione investigativa, dopo essersi disfatto degli abiti sporchi di sangue, prese un treno in direzione di Marsiglia. Furono promossi accertamenti con la polizia francese per cercare Trabelsi che poi, sentendosi braccato, decise di rientrare in Italia. Tornato in stazione, trovò ad attenderlo polizia di Stato e carabinieri. Durante l’interrogatorio, ammise la responsabilità, ma disse che non voleva uccidere: quella sera era sott’effetto di droga e alcol, litigarono e lui gli diede una coltellata.

Thabet aveva venduto la mia bici e mi doveva soldi che non mi aveva dato", spiegò allora l’indagato: si sarebbe trattato di 20 euro che la vittima avrebbe negato al suo conoscente che voleva comprare una dose di crack. Secondo quanto si sapeva fino a oggi, l’accoltellamento era avvenuto sul binario uno. Invece le telecamere hanno inquadrato una scansione più articolata. Dapprima un litigio in piazzale Europa tra i due giovani, che poi si spostarono vicino alla stazione. Dietro alle Poste, verso via Eritrea, Trabelsi accoltellò il 18enne che poi raggiunse il binario uno e morì.

Ieri mattina si sono costituiti parte civile i familiari della vittima, tutti residenti in Tunisia, affidandosi all’avvocato Angelo Russo, ieri sostituito in aula dalla collega avvocato Federica Furnò: i genitori Wissem Thabet e la madre Sondes Belgacem; la sorella maggiore Sandra e due fratelli minorenni; la nonna materna Bachra Belgacem e quella paterna Samra Belgacem. La difesa ha sostenuto che le costituzioni fossero tardive, ma la Corte le ha accolte. L’avvocato Mattia Fontanesi ha poi chiesto il rito abbreviato: una domanda avanzata anche in giugno nell’udienza preliminare ma che allora non era stata accolta; allora il difensore aveva domandato di escludere i futili motivi e di riformulare in omicidio preterintenzionale. Ieri la Corte d’Assise si è riservata la decisione sul rito in base a quanto emergerà dal dibattimento sulla sussistenza o meno dell’aggravante. Il pm Galfano ha chiesto di sentire un luogotenente dei carabinieri sui rilievi e due agenti della squadra mobile sulla videosorveglianza, oltre al medico legale. A margine dell’udienza, l’avvocato Fontanesi descrive lo stato d’animo di Trabelsi (lui non ha dato il consenso per la pubblicazione della sua immagine): "Non sta bene e soffre molto. È pentito: non voleva ucciderlo".