REDAZIONE REGGIO EMILIA

A Reggio si sperimenta un farmaco che aiuta a respirare

Respirare con affanno è sintomo comune a diverse patologie respiratorie croniche, quali bronchiti, enfisema, asma, pneumopatie interstiziali. Proprio per questo trovare cure sempre più efficaci a vantaggio del benessere dei pazienti è l’obiettivo da tempo del mondo della Ricerca. Da Reggio ora viene una speranza in più.

Con l’inserimento in studio dei primi tre pazienti è iniziato nella Pneumologia dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia lo studio internazionale Better-B, finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma “Horizon 2020”. Lo studio ha l’obiettivo di capire se la Mirtazapina, un farmaco antidepressivo comune e largamente utilizzato, può essere un trattamento efficace per la riduzione della dispnea, la sensazione di fare fatica a respirare. I pazienti candidabili a partecipare allo studio sono soggetti maggiorenni affetti da dispnea moderata o severa, con diagnosi di malattia polmonare cronica ostruttiva (BPCO) eo malattia polmonare interstiziale (ILD), inclusa la malattia polmonare fibrotica cronica post SARS-CoV-2.

Lo studio, coordinato a livello europeo dal King’s College di Londra, coinvolge Istituti di cinque diversi Paesi: Polonia, Germania, Inghilterra, Irlanda e Italia. Per l’Italia gli unici centri che stanno partecipando sono la Pneumologia del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e la Riabilitazione respiratoria dell’Ospedale San Sebastiano di Correggio, con i team coinvolti guidati rispettivamente dal dottor Francesco Menzella e dal dottor Mirco Lusuardi.

"Questo studio internazionale testimonia la qualità della ricerca clinica a Reggio Emilia – sottolinea Massimo Costantini, Direttore Scientifico dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia –. Se i risultati saranno positivi, come speriamo, i pazienti con dispnea potranno beneficiare di un ulteriore farmaco efficace".