REDAZIONE REGGIO EMILIA

A 86 anni perseguita una donna per mesi

La seguiva al lavoro e la denigrava davanti ai colleghi, poi telefonate minacciose a casa. La 30enne disperata ha chiesto aiuto ai carabinieri

La seguiva al lavoro e la denigrava davanti ai colleghi, poi telefonate minacciose a casa. La 30enne disperata ha chiesto aiuto ai carabinieri

La seguiva al lavoro e la denigrava davanti ai colleghi, poi telefonate minacciose a casa. La 30enne disperata ha chiesto aiuto ai carabinieri

È forse il più anziano stalker reggiano, l’86enne che per mesi ha perseguitato una trentenne con avances molto pressanti – proponendole anche del denaro in cambio di prestazioni sessuali –, pedinamenti, appostamenti, scenate sul posto di lavoro (un locale pubblico) e addirittura chiamate assillanti da vari numeri di telefono. In un’occasione l’aveva anche minacciata dicendole: "Il giorno che smetterai di parlarmi ti ammazzo".

Per questo, l’anziano è stato denunciato dalla vittima e il tribunale, su richiesta della Procura reggiana, ha emesso nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna e ai luoghi da lei frequentati, mantenendo una distanza di 1.000 metri, e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la trentenne. Il provvedimento è stato notificato al nonnino dai carabinieri di Quattro Castella, che hanno condotto le indagini. I due si erano conosciuti perché la ragazza era in cerca di un’abitazione.

L’86enne, dopo qualche tempo, le aveva confessato di essersi innamorato e iniziato a fare delle avances, dicendole di essersi invaghito di lei, proponendole anche di pagarla se avesse acconsentito ad avere rapporti sessuali. Lei aveva respinto il corteggiatore, spiegandogli che la loro amicizia non avrebbe mai potuto evolversi in una relazione sentimentale, arrivando anche ad inventare di essere sposata, pur di allontanarlo. Ma l’anziano, non accettando il rifiuto, aveva iniziato a perseguitare la trentenne anche al lavoro, a pedinarla ovunque, interferendo nella sua vita con comportamenti insistenti e denigratori, fino ad ingiuriarla e diffamarla sul luogo di lavoro della vittima anche in presenza dei colleghi. La giovane disperata si è rivolta ai carabinieri di Quattro Castella che, al termine delle indagini, hanno denunciato il nonnino alla Procura per il reato di atti persecutori.

Dalle risultanze investigative è emerso come lui, incapace di accettare la semplice amicizia che la trentenne (si era pure inventata un marito inesistente) gli proponeva, dal marzo di quest’anno ha iniziato a presentarsi ogni giorno sul posto di lavoro della donna. Si sedeva di fronte al bancone, fissandola con insistenza, e denigrandola con i suoi colleghi e spesso anche con la clientela. Inoltre la seguiva con l’auto fin sotto casa, appostandosi e fissandola finché non rientrava dentro. Quando ha iniziato con le telefonate minacciose, la vittima lo ha denunciato.

Francesca Chilloni