ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

“Gli diedi 4 figlie femmine, non il maschio: mi violentò e mi chiese di abortire”

Luzzara (Reggio Emilia), la testimonianza di una donna in tribunale che ha trovato la forza di denunciare l’ex marito, ora a processo per maltrattamenti verso di lei e una figlia e violenza sessuale

L'udienza in tribunale e l'avvocato difensore dell'uomo pakistano, Lucia Larocca

L'udienza in tribunale e l'avvocato difensore dell'uomo pakistano, Lucia Larocca

Luzzara (Reggio Emilia), 18 settembre 2024 - Il marito pakistano l'avrebbe maltrattata, costretta a rapporti sessuali e anche invitata ad abortire perché lei, ai suoi occhi, aveva la colpa di aver fatto quattro figlie femmine, e non il maschio da lui atteso.

"Quando aspettavo la terza, abbiamo litigato e mio marito mi lanciò contro bottiglie di vetro. Una volta mi rovesciò addosso acqua bollente sulla pancia, sapendo che aspettavo la terza bambina. Con un oggetto di vetro in mano mi minacciò di abortire". Lei, una donna pakistana, ha trovato la forza di denunciare l'ex marito connazionale, ora a processo imputato per maltrattamenti verso di lei e una figlia e violenza sessuale. È una nuova storia che emerge dal tribunale e che riecheggia il caso dell'omicidio della 18enne pakistana Saman Abbas, tra prepotenze subite, desiderio di libertà e coraggio di denunciare.

Stamattina la donna, affiancata da un traduttore, ha testimoniato in aula davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini. Ha confermato le vessazioni contestate nel capo di imputazione: ovvero di essere stata denigrata "in quanto non riuscivo a dargli un figlio maschio", avendo avuto quattro bambine". Le minacce per farla abortire sarebbero iniziate dalla terza figlia in poi: "Ma io non ho mai ceduto". E ha detto che "anche i suoi parenti in Pakistan si allearono con lui". Tra le accuse nero su bianco, si legge anche che l'uomo, un 38enne, le avrebbe intimato di non denunciarlo "altrimenti avrebbe ucciso lei e tutti i suoi familiari" l'avrebbe minacciata di 'mandare lei e le figlie in Pakistan" per farla uccidere. La donna ha poi sporto denuncia ai carabinieri di Luzzara nel febbraio 2023, da cui è scaturita poi l'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Maria Rita Pantani, e poi si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Francesco Pacchiarini. Ha detto che ora vive da sola con le figlie e che sta cercando un lavoro: "Mi aiutano la Caritas e i miei genitori". Ha anche raccontato i presunti maltrattamenti avvenuti ai danni della figlia maggiore.

La difesa dell'imputato è affidata agli avvocati Lucia Larocca e Alessandra Scaglioni. Stamattina l'avvocato Larocca ha chiesto alla donna di puntualizzare alcune incongruenze, ovvero come mai lei avesse parlato di botte date dal marito senza lasciare segni, ma anche di lanci di sedie e tavoli che difficilmente potevano avvenire senza lividi. Lei ha poi circostanziato due episodi con segni": sotto l'occhio per il lancio di un oggetto appuntito, poi quello dell'acqua bollente che lasciò una bruciatura "da me fotografata con scatto inviato al mio legale".