
L’allenatore ha già la testa al derby contro il Forlì del 23 marzo. "La Coppa sia uno stimolo per esaltare una stagione da incorniciare"
"Lo avevo detto alla vigilia, le finali non si giocano; si vincono". Dopo la promozione in B del 2007, Teramo continua ad essere un viaggio di festa per il Ravenna. Al rigore di Guida, scatta l’apoteosi. Tutti a festeggiare sotto la tribuna dei 700 ravennati. Biagi col bastone del selfie, vuole immortalare ogni momento. E mister Marchionni esulta insieme allo staff e ai dirigenti giallorossi, tutti presenti al ‘Bonolis’, a cominciare dal presidente Cipriani (troppo emozionato per presentarsi in sala stampa) e dal vice Braida. "Sono felicissimo – ha attaccato il tecnico capitolino – ma la mia contentezza è una diretta conseguenza della felicità dei miei ragazzi. So quello che il calcio ti può dare e quello che ti può togliere. Prima della partita ho detto loro che, solo vincendo, avremmo potuto alimentare le ultime 7 partite di campionato. Ho visto la squadra consapevole di quello che ha fatto, e questo mi riempie di orgoglio".
A proposito di consapevolezza, il Ravenna 2024-25 è entrato nella storia. Magari una storia di serie D, ma pur sempre in un albo d’oro: "Sì, certo, ne sono consapevole e ne sono fiero. Sono fiero di far parte della storia del Ravenna. Una storia però che merita di avere anche un altro capitolo, ancor più importante. Questa vittoria deve essere uno stimolo per vincere il campionato e per esaltare una stagione da incorniciare".
Dopo la sosta, domenica 23, il Ravenna giocherà il derby di Forlì: "Per come giochiamo, e per i giocatori che compongono la rosa – ha aggiunto Marchionni – il Ravenna può decidere ogni partita, come ha fatto col Guidonia. La mia squadra ha dimostrato di avere doti incredibili e di sapere ribaltare il passivo. Il messaggio non è tanto rivolto agli avversari, quanto a noi stessi. Insomma, siamo artefici del nostro destino".
Paolino Rrapaj, capitano partito dalla panchina ed entrato subito dopo il gol del vantaggio del Guidonia, è stato l’emblema del... rimbocchiamoci le maniche: "Questo gruppo di giocatori si merita una gioia di questo tipo. Il percorso che abbiamo fatto è appunto emblematico. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento positivo, uno spirito di squadra incredibile. È giusto far festa. Così come è giusto tornare al campo già da oggi per pensare a quell’altra cosa che dobbiamo fare".
Non è stata una passeggiata: "Abbiamo giocato contro una squadra molto forte – ha proseguito l’esterno giallorosso – con giocatori importanti e fuori categoria. Avremmo potuto fare qualcosa di più dopo il nostro vantaggio. Quando sono entrato nella ripresa, ho percepito nitidamente che noi volevamo vincerla, mentre loro puntavano ai rigori". Di fatto, il Ravenna si è anche ‘allenato’ in vista del big match di Forlì, perché, partite, e finali, di questo livello, non si giocano spesso: "Abbiamo giocato una partita ‘vera’ e tosta, ad un livello superiore alla media. Il match del ‘Morgagni’ sarà tuttavia una sfida diversa, con pressioni differenti, non come una finale. Sarà una partita importantissima, ma non decisiva". Nella pancia del ‘Bonolis’, il tecnico ospite Di Gennaro, ha voluto puntualizzare qualcosa sull’episodio che ha portato al gol del 2-2: "Non mi è del tutto piaciuto l’arbitraggio. Il calcio d’angolo è stato un regalo dell’arbitro che, tra l’altro, non ha sanzionato un fallo avvenuto un attimo prima".
r.r.
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