Ravenna, 18 maggio 2022 - Si va componendo il quadro delle candidature in vista delle prossime elezioni amministrative, che vedranno i cittadini di Riolo Terme recarsi alle urne il 12 giugno per scegliere il successore di Alfonso Nicolardi, sindaco da dieci anni e non più ricandidabile. Il primo a scoprire le carte è stato come noto il consigliere comunale del Popolo della Famiglia Mirko De Carli, che però ha scelto di rituffarsi nella corsa a sindaco (ci provò già nel 2017) con un nuovo simbolo, quello di ‘Lista per Riolo Terme’, che nel nome e nel colori riecheggia quello della storica Lista per Ravenna, una delle realtà civiche più consolidate d’Italia.
Il centrosinistra ha deciso invece di orientarsi su Federica Malavolti, già vicesindaca tra il 2012 e il 2017 nella prima giunta Nicolardi. Malavolti, in caso di elezione, sarebbe la seconda sindaca della storia del Comune – traguardo raggiunto da non molte città – considerando che già fra il 1997 e il 2007 il timone fu retto da Emma Ponzi. Attualmente solo tre comuni in provincia di Ravenna sono guidati da donne, due delle quali, Eleonora Proni e Paola Pula, non saranno ricandidabili nel 2024 avendo già coperto due mandati. La lista con cui Malavolti si presenterà non sarà più l’attuale ‘Centrosinistra per Riolo Terme’, ma la nuova ‘Riolo Terme per la Comunità’.
E’ delle scorse ore la decisione della lista di opposizione ‘Riolo Viva’ di presentare nuovamente il simbolo in vista delle amministrative: a guidarla non sarà a quanto pare nessuno degli attuali consiglieri comunali, ma una figura "con esperienza, non nuova alla politica riolese". Il nome di cui si vocifera più insistentemente nelle ultime ore è quello di Luca Tabanelli, consigliere fra il 2007 e il 2012, il quale sarebbe in contatto con l’esponente di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi per mettere a punto i dettagli della candidatura. Un volto dunque vicino al centrodestra, conosciuto nell’ambiente riolese da generazioni (la famiglia è stata alla guida di importanti realtà imprenditoriali), pronto a quanto pare a sobbarcarsi l’impresa non semplice di sfidare il centrosinistra in uno dei comuni d’Italia dove è più salda sul potere la presa del Pd, alla guida del Comune, nelle sue varie configurazioni, pressoché ininterrottamente dal dopoguerra. Il tema su cui in teoria i candidati dovrebbero battagliare con più vigore è quello inerente la cava di Monte Tondo, già fonte di marcate diversità di vedute all’interno dell’attuale maggioranza. Se il centrodestra si è schierato apertamente in difesa della cava, al momento il solo Mirko De Carli risulta essersi attestato sulla posizione degli ambientalisti, che appoggiano quale "male minore" la proposta della Regione di proseguire le escavazioni per una decina d’anni, all’interno del perimetro dell’attuale cava e nei limiti delle quantità estraibili secondo i precedenti accordi. Più sfumata la posizione del centrosinistra locale, a quanto pare colto di sorpresa dalle parole della giunta regionale, e che appare ancora possibilista di fronte alle ipotesi di espansione della cava. Nebbie che in campagna elettorale dovranno necessariamente diradarsi.
Filippo Donati