Ravenna, 28 settembre 2021 - E' la città più grande della Romagna con i suoi oltre 157mila abitanti e un territorio comunale molto vasto: 653 chilometri quadrati. Dopo aver chiuso il 2020 con un inevitabile calo degli indicatori economici a causa della pandemia: -7,7%, inferiore comunque sia a quello regionale (8,7%) che a quello nazionale (8,6%), Ravenna ha già dato segnali importanti di ripresa sia per quello che riguarda il manifatturiero che l’export. Le tante iniziative legate alle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante Alighieri, hanno dato un impulso importantissimo al turismo che ha ripreso vigore anche grazie ad una stagione in forte ascesa in tutta l’Emilia Romagna. Qualche giorno fa c’è stata la posa della prima pietra del cantiere per la realizzazione dell’hub portuale che la città aspetta da tanto tempo. Gli escavi dei fondali potrebbero iniziare già a novembre: 144mila metri quadri di area di cantiere e 4,7 milioni di metri cubi di sedimenti da dragare.
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C’è un po’ di tutto: dal navigato politico di 81 anni, che per la quarta volta tenta la scalata a Palazzo Merlato, al diciannovenne, fresco di esame di maturità, pronto per l’occasione a riesumare anche falce e martello. Niente da dire, alle Amministrative di Ravenna i 130mila chiamati alle urne avranno solo l’imbarazzo della scelta, con una scheda elettorale fitta come una nevicata alle isole Svalbard: 11 candidati sindaci, 30 liste e 835 candidati ai 32 seggi del consiglio comunale. Una folla, anzi, un assembramento, tale da mettere in crisi l’ufficio elettorale ravennate, in difficoltà qualche settimana fa a reperire presidenti di seggio e scrutatori, visto che gli habituè si erano praticamente quasi tutti candidati.
E se si getta lo sguardo alla tornata elettorale precedente, nel 2016, scopriamo uno scenario gonfiatosi a dismisura: allora furono cinque i candidati alla fascia tricolore per appena 14 liste. La spuntò Michele de Pascale, ma solo dopo un faticoso e inusuale ballottaggio per il Pd, che a Ravenna governa ininterrottamente dal dopoguerra. Ora il sindaco tenta il bis in una città che, come tutte, ha sofferto la pandemia: gli ultimi dati diffusi dalla locale Camera di Commercio parlano di una crescita entro fine anno dell’economia ravennate del 6.1% , ma sul piatto pesano le grandi opere promesse e rimaste al palo, come il palasport e il parco del mare, che solo ora cominciano a muovere i primi passi.
De Pascale scende in campo con una coalizione extralarge: otto liste, non facili da conciliare. Con lui ci sono i 5 Stelle, patto sancito con l’arrivo in città dell’ex premier Conte, alleati nonostante alcune divergenze di un certo impatto, a partire da quella dell’oil & gas, un settore che a Ravenna mette a tavola decine di migliaia di famiglie, dall’altra i Repubblicani, per il Pd un prezioso partner elettorale, che sull’energia invece spingono da sempre e senza condizioni. Pri e 5 Stelle, due anime contrapposte ma nella stessa barca per forza. Quanto alla schiera dei rivali di De Pascale è folta, ma frammentatissima, divisa in svariati sfidanti: rispetto al 2016, quando il centrodestra presentandosi unito strappò il ballottaggio. Il rivale più autorevole è Filippo Donati, albergatore conosciutissimo in città, già con vari incarichi a livello nazionale. Si presenta come candidato civico con la lista ‘Viva Ravenna’, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, ma non da Forza Italia, che presenta, l’avvocato Alberto Ancarani (sostenuto anche dalla lista PrimaveRa), uno che ha attaccato Donati fin dal primo giorno ("Fa parte del sistema Pd", fu il benvenuto di Ancarani), finendo poi per correre da solo. Poi c’è Veronica Verlicchi, della lista civica ‘La Pigna’, che fa dell’aggressività la sua arma principale tanto da arrivare a esporre in piazza una gigantografia di un uomo che corre con la faccia del sindaco accusandolo di scappare da un confronto pubblico con lei.
Insomma, nell’urna di inizio ottobre, i ravennati troveranno un cocktail assortito: tre liste comuniste, con Gianfranco Santini di Potere al Popolo, il 19enne Lorenzo Ferri del Partito Comunista e Alessandro Bongarzone dei Comunisti Uniti. Ci sono poi Alvaro Ancisi 81 anni, il decano della politica ravennate, a capo di una coalizione di sei liste, Mauro Bertolino di Alleanza di Centro. Non potevano mancare la lista Movimento 3 V (Vaccini vogliamo la verità), con Emanuele Panizza e infine anche i sovranisti, con Matteo Rossini e Riconquistare Ravenna. Undici nomi, undici candidati per un’ideale squadra di calcio. E allora palla al centro e via: si gioca. La sera del 4 ottobre sapremo se serviranno i tempi supplementari.