ROBERTO ROMIN
Ravenna

La vincitrice di MasterChef: "Non sono diventata chef di colpo"

Intervista a Erica Liverani: "Sono felice, ma continuo a studiare"

La ravennate Erica Liverani con lo chef Cannavacciuolo a MasterChef

Ravenna, 5 marzo 2016 - In principio fu Mascia Ferri. Grande Fratello 2001. La ‘panterona’, che faceva la barman, nemmeno vinse quella edizione. Ma la gloria fu imperitura. Oggi è il turno di Erica Liverani (foto). Da fisioterapista di Conventello al trono di Masterchef 2016. Capesante alla mortadella; cappelletti chiusi a occhi chiusi; qualche (criticatissima) lacrima, e il trono, con la piccola Emma di 18 mesi, è diventato suo. La festa dura da otto mesi, perché l’ultima puntata fu registrata il 31 luglio. Da quel giorno, la bella Erica ha dovuto anche imparare a ‘tenere il brodo’. Fino alla festa dell’altra sera dopo la finale, vista da 1,6 milioni di persone.

Cominciamo dalla fine?

«Sì, ma per arrivarci vi assicuro che è stata dura».

Bene, allora... partiamo dal futuro.

«So che adesso avrò i riflettori puntati addosso per almeno tre mesi, come se avessi vinto miss Italia, ma è mia intenzione continuare a studiare».

Dunque, dalle mani nei muscoli come fisioterapista, alle mani... in pasta?

«Se troverò l’occasione buona per poter imparare accanto ad uno chef stellato, tanto meglio. Altrimenti, coi soldi vinti, ho in mente di iscrivermi a una scuola. Non ho la pretesa di essere diventata uno chef tutto d’un tratto. Masterchef è una competizione per dilettanti, e io non sono una professionista. È come se all’improvviso volessi mettermi a costruire un palazzo per il semplice fatto di saper fare le costruzioni coi Lego».

Bene, ma come si fa a vincere Masterchef?

«Dietro alla realizzazione di ogni puntata c’era un lavoro di una settimana. Finite le riprese ci si poteva svagare, ma io ho preferito impiegare il tempo libero per stare in camera e documentarmi, studiare».

Nel corso del programma ci sono stati momenti caldi, soprattutto nei ‘social’, con insulti e minacce, ma anche con denunce, non è vero?

«È un aspetto, questo, che mi ha insegnato tanto e che mi ha reso ancor più forte dentro».

Il titolo dato al menù degustazione con cui ha vinto (‘Niente è facile, ma nulla è impossibile’) è un po’ la metafora della sua vita?

«Totalmente».

La lacrima facile?

«I sentimenti non si possono reprimere».

Lei ha vinto Masterchef 2016, sbaragliando una concorrenza di migliaia di aspiranti.

«Quasi 18mila. Il mio pettorale, che conservo ancora, era il numero 16.100».

Quando sono iniziate le registrazioni, sua figlia Emma non aveva ancora un anno.

«Per partecipare a Masterchef ho sfruttato gli ultimi tre mesi di congedo dal lavoro per maternità. E, appena potevo, tornavo a casa per stare con mia figlia».

E il rapporto coi giudici?

«Ottimo, ma di ‘dritte’ ce ne hanno date davvero pochissime. Piuttosto è stato bellissimo il rapporto stretto con Alida e Lorenzo, i miei ultimi ‘avversari’».

A breve uscirà il suo primo libro di ricette, quel è il titolo?

«‘In cucina a piccoli passi’. Ho iniziato a buttarlo giù ad agosto, subito dopo la fine delle registrazioni, mentre ancora lavoravo come fisioterapista. Si tratta di un ricettario con un centinaio di proposte elaborate esclusivamente da me».