Ravenna, 15 ottobre 2022 - Primi segnali di rallentamento della crescita economica in provincia di Ravenna con ripercussioni sull’occupazione. Se ne è parlato ieri mattina nella riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali alla presenza delle istituzioni, dei vertici delle associazioni di categoria e di Guido Caselli, direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna.
I dati sono riferiti al secondo trimestre 2020. In crescita, rispetto allo stesso periodo del 2021, sia la produzione manifatturiera (+7,8%, inferiore solo di 0,6 punti percentuale rispetto al risultato registrato nel trimestre precedente) sia il fatturato (+9,3%, 2,9 punti percentuali in meno rispetto ai primi tre mesi di quest’anno), in particolare per la componente proveniente dall’estero (+6,8%, con 8,4 punti di rallentamento). Cresce il volume d’affari delle costruzioni (+7,8%), confermando la robusta tendenza espansiva che si riflette sul numero delle imprese, che aumentano del +4,6%, con 242 unità in più rispetto al mese di giugno dello scorso anno, mentre nel commercio al dettaglio le vendite faticano a rimanere in terreno positivo (+0,7%). Ancora in difficoltà le vendite della piccola distribuzione (-1,9%). Secondo Prometeia, inoltre, il valore aggiunto della provincia per l’anno in corso rallenterà la risalita al +3,3%, per poi ridursi ulteriormente nel 2023 (+1,9%).
Ma per le prime stime del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna, le previsioni per l’anno prossimo sono destinate a peggiorare, a causa del deteriorarsi degli scenari economici (+0,1% nel 2023). Il rallentamento della crescita ha ripercussioni sull’occupazione. Il trend positivo dell’anno scorso non dovrebbe proseguire nel 2022; si prevede infatti un -0,5% per gli occupati e -1,4% per le forze-lavoro, in controtendenza rispetto agli andamenti della regione e nazionale. Secondo le previsioni di Prometeia, per la crescita degli occupati bisognerà attendere l’anno venturo, se però per la crisi energetica si troveranno delle soluzioni. "Oggi è a rischio la tenuta sociale del Paese – commenta Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio –: le imprese, da sole, non possono farcela, c’è bisogno del contributo di tutti. E in particolare di un forte, straordinario e urgente intervento dello Stato a sostegno di imprese e famiglie. In questo quadro è oltremodo necessario il rigassificatore al largo di Ravenna; sarebbe inoltre un delitto non riprendere con sollecitudine le estrazioni in Adriatico".