REDAZIONE RAVENNA

Microalghe, biodiversità e flora marina: il convegno del Soroptimist

‘Il verde incontra il blu’ è l’incontro organizzato dai club di Ravenna e Rimini. Focus sulla riduzione della popolazione del pesce go’

Grande partecipazione al convegno del Soroptimist club

Ravenna, 8 ottobre 2023 – Vegetazione costiera e marina, potenzialità delle microalghe nell’ambito della blue bio-economy, telerilevamento, ruolo delle praterie sommerse nei cicli riproduttivi di alcune specie ittiche con l’esempio della ricerca del Cestha sul ripopolamento del go’, un pesce  tipico delle aree costiere romagnole e venete un po’ più grande del paganello. E, in generale, salvaguardia della biodiversità.  

Se ne è parlato sabato 7 ottobre, al convegno scientifico organizzato dal Soroptimist club Ravenna, insieme al club Rimini, intitolato ‘Il verde incontra il blu’, che si è tenuto presso il Darsenale. Oltre alle presidenti dei due club, Antonella Gatta e Maddalena Gambarini, erano presenti Aida Morelli presidente del Parco del Delta del Po, Igor Gallonetto assessore comunale al verde pubblico e riforestazione, e Fulvia Missiroli in rappresentanza della Casa Matha. La parte scientifica del convegno è stata coordinata da Elena Fabbri, già presidente del Campus universitario di Ravenna, ma da oltre 20 anni docente a Ravenna e soroptimista. “La formazione e la ricerca integrata tra le varie discipline, condotta all’interno del Campus di Ravenna e in questo convegno promossa dal Soroptimist – dice Fabbri – è indispensabile per proteggere un ambiente prezioso come quello lagunare e costiero, che cambia a causa dell’influenza antropica, compresi i cambiamenti climatici”.  

Grande interesse ha suscitato l’intervento di Laura Pezzolesi, laureata in Scienze Ambientali a Ravenna, dove insegna discipline botaniche nei Corsi di Laurea in Biologia Marina e Water and Coastal Management promossi dal Dipartimento In Scienze Biologiche, geologiche e ambientali. Ha illustrato le potenzialità delle microalghe nell’ambito della blue bio-economy. “Questi organismi unicellulari microscopici – ha spiegato – producono sostanze ricche di proprietà utili all’uomo. Sono zuccheri, lipidi omega-3, pigmenti e proteine che possono sostituire le proteine animali. La prospettiva per il futuro, non vicinissimo ma immaginabile, è lo sviluppo di una bioraffineria algale, che partendo dalla crescita industriale controllata delle microalghe ottenga prodotti utili all’alimentazione, farmaci, prodotti ad alto valore naturalistico, sistemi di depurazione, fertilizzanti e biostimolanti, bioplastiche e biocarburanti”.  

L’uso delle metodologie più moderne per lo studio dell’ambiente marino-costiero attraverso le immagini da aereo, da drone e da satelliti è stato l’argomento trattato da Sonia Silvestri, laureata in Scienze Ambientali a Venezia, acquisto recente del Dipartimento In Scienze Biologiche, geologiche e ambientali dopo un suo lungo periodo presso la Duke University, North Carolina (USA) che a Ravenna insegna discipline geologiche nei Corsi di Laurea in Scienze Ambientali e Analisi e Gestione dell’Ambiente. Silvestri si occupa principalmente di telerilevamento, metodologia all’avanguardia che ha ancora pochi esperti in Italia. Ha sottolineato come le barene, terreni tipici delle lagune, periodicamente sommersi dalle maree, in Italia sempre più rare, ma presenti nella laguna di Venezia e nelle valli di Comacchio, sono importantissime dal punto di vista ecologico: contribuiscono a favorire il ricambio idrico, limitano l’impatto delle maree sul livello dell’acqua, moderano l’azione del moto ondoso e ospitano una caratteristica vegetazione.  

Il ruolo delle praterie sommerse nei cicli riproduttivi di alcune specie ittiche è stato affrontato da Simone D’Acunto, direttore del Centro Ricerche Cestha, a Marina di Ravenna. In particolare, ha descritto la recente ricerca sul ripopolamento del go’, pesce tipico delle aree costiere romagnole e venete un po’ più grande del paganello, che in particolare in Veneto è apprezzato nella cucina locale (il risotto al go’). In natura il suo nido, costruito dal maschio, in cui poi la femmina depone le uova, è circondato e protetto dalla poseidonia. La riduzione di questa pianta va di pari passo con la riduzione della popolazione del go’. La proposta di Cestha, nella impossibilità di ricostruire velocemente le praterie sommerse, è stata la costruzione di strutture artificiali in qualche modo somiglianti dove i go’ hanno infatti depositato e fecondato le uova, fino alla schiusa di larve.  

I lavori si sono conclusi con Nicola Merloni, che ha insegnato a lungo presso il liceo scientifico di Ravenna e collaborato a progetti scientifici e formativi con la sede universitaria presso via S. Alberto a Ravenna, e oggi considerato un esperto naturalista a livello internazionale. Merloni ha presentato fotografie e peculiarità di numerose piante che, attraverso adattamenti fisiologici e morfologici, riescono a insediarsi in terreni salini e la grandissima importanza delle dune costiere e della loro vegetazione.  

Nell’occasione è stata allestita una mostra di disegni sugli organismi alieni marini che sitrovano lungo il Canale Candiano, realizzati da Chiara Ossani, da poco laureata in Scienze Ambientali a Ravenna che rimangono esposti ancora per qualche settimana  presso il Darsenale. Hanno guidato la visita alla mostra la giovane artista e le ecologhe marine Federica Costantini e Barbara Mikac del Campus di Ravenna dell’Università di Bologna.