ANNAMARIA CORRADO
Cultura e spettacoli

Anna Baldazzi, una vita da film

Varesco girerà un documentario sulla grande fotografa di Ravenna

Salvador Dalì nel 1965 fotografato nella sua casa di Cadaquès in occasione di un servizio poi pubblicato anche sul settimanale Stern

Salvador Dalì nel 1965 fotografato nella sua casa di Cadaquès in occasione di un servizio poi pubblicato anche sul settimanale Stern e, nel tondo, la fotografa Anna Baldazzi

Ravenna, 1 dicembre 2024 – Anna Baldazzi ha sempre guardato lontano. Da quando, negli anni Cinquanta, lascia Ravenna giovanissima per diventare, nel giro di pochi anni, fotografa, regista e giornalista di altissimo livello. Ravennate, classe 1932, è morta il 10 ottobre del 2020, al termine di una vita vissuta intensamente, quasi con furore, senza mai fermarsi, sperimentatrice instancabile nella fotografia, nel cinema, nella scrittura, nell’arte a 360 gradi. Alla sua città è sempre rimasta legata e la ricordano bene i nipoti, Federica e Filippo Gamberini con i quali trascorre tantissimo tempo quando le capita di tornare.

Vive qualche anno all’estero per studiare lingue, poi si stabilisce a Roma. Sono gli ultimi anni della dolce vita e inizia come ‘paparazza’, insieme a nomi come Secchiaroli, Pinna, Dondero. “Una gloriosa generazione”, li definisce, unica donna di un mondo di uomini. Fino ai primi anni Settanta è esclusivamente una fotoreporter e pubblica su riviste come il Mondo di Pannunzio, successivamente sui principali giornali italiani e stranieri, dal Corriere della Sera all’Europeo, da Paris Match al New York Times. Si occupa di inchieste, cultura, cinema, costume. Fotografa con la sua Leika, ma è autrice anche di articoli.

T15U_D
Anna Baldazzi con Stan Lee, creatore dell’Uomo Ragno e suo grande amico

Nel 1965 realizza un servizio su Salvador Dalì nella sua casa a Cadaquès. Il celebre pittore accoglie Anna Baldazzi e la pittrice Romany Eveleigh in cima a una scala, seduto su un trono e accompagnato da due levrieri. L’incontro con Dalì è anche l’occasione, per Anna, di realizzare l’happening ‘Il lancio della donna nello spazio’ e il servizio verrà pubblicato su diversi settimanali, tra cui il tedesco Stern. Sono sue le foto ‘rubate’ del set de ‘Il deserto rosso’ che Antonioni gira a Ravenna, quelle che ritraggono Monica Vitti, Richard Harris e lo stesso Antonioni in via Pietro Alighieri. Anna le scatta di nascosto dalla finestra di un’abitazione. Intanto si avvicina al cinema, lavora come segretaria di Dino De Laurentis, scrive insieme a Suso Cecchi D’Amico una sceneggiatura per un film con Simone Signoret. Numerosissimi sono i servizi sui set cinematografici, conosce e fotografa Federico Fellini, Ezra Pound, Marcello Mastroianni, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, ma anche tantissimi jazzisti americani su cui realizza, alla fine degli anni Ottanta, un documentario. È amica di Stan Lee, inventore dell’Uomo Ragno, mitico disegnatore e direttore della Marvel. Insomma la sua attività e la sua creatività non si fermano mai.

Un primo piano dello scrittore Alberto Moravia
Un primo piano dello scrittore Alberto Moravia

“La nostra - raccontano Federica e Filippo - era una zia fuori dai canoni, sempre in giro per lavoro e ci raccontava di questi incontri con persone straordinarie, sembrava incredibile e a volte avevamo l’impressione che fosse tutta un’invenzione”. Anna viaggia molto, ma la sua casa è Roma, dove vive per tantissimi anni con Romany Eveleigh, sua compagna nell’arte e nella vita che a un certo punto sposerà senza clamore, poi arriva la casa in campagna in Umbria, a Montecchio, dove si rifugiano periodicamente, Anna e Romany. “Che la vita di nostra zia fosse straordinaria lo avevamo capito, ma solo dopo la sua morte ci siamo resi conto fino a che punto, lo abbiamo scoperto grazie alla mole enorme di materiale che ha lasciato, foto, documentari, articoli, e i suoi diari. Abbiamo scoperto un mondo” dicono i nipoti. Nel 1970 produce e dirige per la BBC il documentario ‘Mussolini amore mio’, sul culto di Mussolini in Italia, e porta con sé Filippo, il nipote, durante le riprese.

Anna Baldazzi, classe 1932, si è spenta nel 2020. Conobbe e fotografò, tra gli altri, Fellini, Mastroianni, Pasolini, Moravia, Ezra Pound
Anna Baldazzi, classe 1932, si è spenta nel 2020. Conobbe e fotografò, tra gli altri, Fellini, Mastroianni, Pasolini, Moravia, Ezra Pound

“Capitava ogni tanto, soprattutto quando girava da queste parti, io seguivo il fonico, cercavo di aiutarlo durante le interviste. Ero piccolo, ma lo ricordo bene. Un altro documentario al quale ho assistito è stato quello sulle discoteche in Riviera, era divertente” dice Filippo. Lungo è il sodalizio di Baldazzi con la Rai, per la quale realizza inchieste, reportage, lavora con Gianni Minoli a Mixer, con Corrado Augias e molti altri. A Ravenna però torna sempre, è legata ai nipoti, vuole coinvolgerli, raccontare, “voleva che conoscessimo il mondo attraverso i suoi occhi” ricordano. “Non aveva un carattere facile - spiega Federica - anzi aveva proprio un caratteraccio, ma aveva un talento grande. Odiava la mediocrità e aveva il culto del bello. Lo cercava ovunque, anche in ospedale, gli ultimi giorni prima di morire, non ha mai smesso di cercare la bellezza”.

Federica Gamberini, suo fratello Filippo e la moglie Patrizia Orsatti, stanno mettendo ordine nel materiale di Anna Baldazzi, parte del quale è stato donato, per volere della stessa fotografa e regista, alla Cineteca di Bologna. Sulla sua vita e sul suo lavoro sta invece lavorando il regista Fabrizio Varesco per la realizzazione di un documentario.

I nipoti Filippo, con la moglie Patrizia Orsatti al centro, e Federica Gamberini
I nipoti Filippo, con la moglie Patrizia Orsatti al centro, e Federica Gamberini