Massimo Zoli ha dato il via alla sua campagna elettorale affiancato dalla candidata presidente del centrodestra Elena Ugolini, ma anche dal nipotino nato pochi mesi fa: "È stato lui a convincermi a lanciarmi in questa avventura", confida il 58enne consigliere comunale di Progetto civico faentino, noto soprattutto per la sua attività di agente teatrale e fondatore in passato di alcuni storici locali, oggi candidato consigliere per la civica di centrodestra ‘Ugolini Presidente’. "L’uomo della movida" – così si autodefinisce – ora è un nonno che pensa al futuro: "Gli ultimi quattro anni in consiglio comunale non sono stati facili: la possibilità per le opposizioni di incidere nella vita della città è minima. Vi chiederete perché io mi candidi al consiglio regionale: perché è lì che si prendono le decisioni che impattano di più sulle nostre vite, in primis sul fronte ricostruzione. Alla prima pioggia, qui in Romagna, si passa la notte in piedi: così non si può andare avanti".
Zoli è affiancato nel suo debutto nella campagna per le regionali dalla candidata presidente del centrodestra Elena Ugolini, reduce proprio da un incontro con i comitati riuniti degli alluvionati: "Nel 2009 esisteva già un piano per gli invasi: a quindici anni da allora ci ritroviamo qui, tre alluvioni dopo, a indicare negli invasi la soluzione". Ugolini punta il dito anche contro le criticità del mondo della sanità: "È difficile immaginare che i Cau siano la soluzione per la crisi dei reparti di Pronto soccorso; l’impressione è che siano l’ennesimo ente che aumenta il livello di caos nel sistema, col solo effetto di rendere la sanità pubblica meno attrattiva per i medici". Ugolini sceglie di focalizzare il suo intervento sui temi più nelle sue corde: "Dobbiamo sostenere la natalità, non possiamo più permetterci che la nascita di un figlio sia come oggi la seconda causa di povertà. Quei giovani genitori precipitati nelle difficoltà economiche sono intorno a noi, coi loro comprensibili musi lunghi, i quali scoraggiano gli altri ragazzi dal diventare genitori. Il patto per il lavoro e quello per il clima siglati dalla Regione nelle ultime due legislature non bastano: occorre un patto per i giovani, per la natalità. Altrimenti l’Emilia Romagna diventerà una grande rsa, popolata solo da anziani, mentre i giovani saranno tutti fuggiti all’estero". Ma la Regione non può fare tutto, ammette la candidata: "Occorre un piano-casa a livello nazionale analogo a quello degli anni ‘60: ci sono decine di miliardi di beni demaniali non utilizzati".
f.d.