REDAZIONE RAVENNA

Writer travestiti da capistazione: migliaia di scritte sui vagoni

Otto denunce nel Bolognese per i danni sui treni anche a Ravenna. Si ritiene che agissero travisati

Writer travestiti da capistazione: migliaia di scritte sui vagoni

Ravenna, 1 novembre 2022 - Ci sono i treni fermi nelle stazioni di mezza regione, ci sono i palazzi storici del centro di Bologna, poi cartelli stradali, cestini della spazzatura, vetri e molto altro. Migliaia di scritte, sigle, acronimi, disegni fatti con bombolette spray di ogni tipo e colore che hanno impegnato Polfer e Procura per oltre quattro anni.

Un writer all’opera (repertorio)
Un writer all’opera (repertorio)

Ora però ecco il salatissimo conto agli otto – inizialmente erano cinque – presunti responsabili, tra i 26 e i 43 anni, di Bologna, Bentivoglio, Castel San Pietro e Bari: tutti devono rispondere in concorso di deturpamento di cose altrui con le aggravanti (in alcuni casi) della recidiva specifica e infraquinquiennale e di aver commesso il fatto su un mezzo di trasporto pubblico. Una squadra di graffitari organizzatissima alla quale è stato notificato l’atto di chiusura indagini, di fatto preludio della richiesta di rinvio a giudizio.

L’indagine certosina, diretta dal pubblico ministero Nicola Scalabrini, è sbocciata nella primavera 2018 dopo le numerose segnalazioni arrivate alla polizia ferroviaria da parte di Trenitalia, Tper e Italo. I quali hanno stimato danni ai vagoni dei treni regionali e dell’Alta velocità che superano i 500mila euro. La lista dei mezzi presi di mira è lunghissima, parte dalla stazione centrale di Bologna con i vari scali per arrivare a quella di Ravenna: queste le due città più colpite. Poi Faenza, Parma, Piacenza, Ferrara, Firenze Romito, Rimini, Ancona, Modena, Sermide. Qui, sui convogli, comparivano i graffiti/tag "Worms o – si legge nel capo di imputazione – alternativamente Wolms". Nei casi ravennati, "Plug o Pluggy". In qualche situazione, secondo le accuse, per passare inosservati gli indagati utilizzavano anche un vestito da capostazione o tute da lavoro in modo da raggiungere i convogli in sosta nelle stazioni, in particolare nelle ore serali e notturne, e imbrattarli con bombolette e pennarelli. Nel calderone sono finite pure chiavi triple da ferroviere.

Il 12 maggio 2019 quattro degli indagati finirono in manette per spaccio. A casa del 43enne gli inquirenti trovarono un chilo e mezzo di droga (marijuana e hashish) nascosta in gran parte nell’imbottitura di una poltrona. In tutto furono sequestrati quasi due chili di hashish e marijuana, materiale per il confezionamento delle dosi e seimila euro in contante. Un altro degli indagati viveva in una stanza di venti metri in cui la Polfer portò alla luce soltanto bombolette spray di vernice colorata, pennelli e strumenti utilizzati per deturpare i treni. Furono ritrovate oltre 500 bombolette spray e book fotografici con i vagoni imbrattati.