
L’imputato ha 37 anni, la vittima 16 all’epoca dei fatti che risalgono al 2023. La giovane risarcita con 3000 euro, ma non esclude anche una causa in sede civile.
Abbracci, carezze furtive e baci sul collo. Gesti inaccettabili che si ripetevano con inquietante regolarità. Ogni volta che la ragazza entrava nel suo ufficio o quando si trovavano soli in una stanza, lui, 37 anni, ne approfittava per tentare approcci inopportuni. Lei, invece, all’epoca dei fatti, aveva appena sedici anni. Una dinamica che ha portato un istruttore di uno sport da palestra, di Ravenna, davanti al Gup Janos Barlotti con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’abuso di autorità, per aver tradito la fiducia implicita tra allenatore e atleta.
La giustizia ha fatto il suo corso e, seppur nella forma attenuata della contestazione, l’allenatore ha patteggiato una condanna a 11 mesi, sospesa per un anno. La difesa dell’uomo ha concordato la pena con il Pm Stefano Stargiotti. La giovane, assistita dall’avvocato Cristina Magnani (nella foto), si è costituita parte civile e ha ottenuto un risarcimento di 3000 euro, riservandosi ulteriori azioni in sede civile. La richiesta di misure interdittive, avanzata dalla parte offesa a carico dell’allenatore, non è stata accolta.
I fatti contestati risalgono all’autunno del 2023, tra ottobre e dicembre. Secondo l’accusa, l’istruttore avrebbe sfruttato il proprio ruolo per avvicinarsi alla minore in maniera del tutto inappropriata. In più occasioni, quando la ragazza si recava nel suo ufficio per chiedere informazioni e consigli, lui chiudeva la porta, la stringeva contro di sé, la palpeggiava e insisteva per ottenere un bacio.
Non solo. Un episodio ancora più inquietante si sarebbe verificato mentre la giovane usciva dal bagno della palestra: l’uomo l’avrebbe afferrata per i fianchi, baciata sul collo e addirittura morsicata. Un comportamento gravissimo, che si è ripetuto nel tempo, trasformando quello che doveva essere un luogo di crescita e fiducia in un teatro di disagio e paura. Alla fine, la ragazza ha trovato il coraggio di denunciare. Ha detto basta a quegli atteggiamenti che nessuno dovrebbe mai subire, specialmente in un contesto di sport e formazione. Il tribunale ha riconosciuto la violenza sessuale, seppur nella sua forma meno grave, ma ha anche evidenziato l’abuso di autorità da parte dell’istruttore, un aspetto che rende la vicenda ancora più inquietante.
L’uomo, dal canto suo, ha sempre professato la propria innocenza, negando le violenze, e avrebbe scelto la strada del patteggiamento al fine di evitare conseguenze potenzialmente peggiori e il rischio di un ulteriore clamore mediatico sulla vicenda.
Lorenzo Priviato