REDAZIONE RAVENNA

“Violentata in spiaggia a Cervia a 17 anni”

Rinviato a giudizio turista 19enne: i due si erano incontrati durante una vacanza al mare. Processo al via a metà marzo

I due ragazzi si erano conosciuti sul litorale (foto di repertorio)

I due ragazzi si erano conosciuti sul litorale (foto di repertorio)

Cervia (Ravenna), 27 novembre 2024 – Si erano conosciuti sulla riviera cervese nell’estate dell’anno scorso. Forse era nata un’amicizia tra loro due. Di fatto la ragazza a un certo punto si era confidata in famiglia raccontando i dettagli di un rapporto sessuale a cui lei, a suo dire, era stata costretta. La conseguente denuncia dei genitori, è costata ieri mattina davanti al gup Janos Barlotti e al pm Stefano Stargiotti, il rinvio a giudizio a un turista 19enne difeso dagli avvocati Andrea Valentinotti e Silvia Subini.

In quanto al giovane turista, ha respinto con decisione sempre ogni addebito: tanto che la difesa aveva per lui chiesto il non luogo a procedere.

Processo al via a metà marzo quando l’imputato davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna, dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata dalla minore età della parte offesa: la giovane - ora parte civile con l’avvocato Roberta del Monaco - aveva infatti 17 anni al momento dei fatti contestati.

Prima dell’udienza preliminare, la difesa, attraverso una specifica memoria, aveva chiesto che l’incidente probatorio per ascoltare la ragazza, non venisse fatto in quanto tecnicamente non necessario. A questo punto la giovane, già ascoltata dagli investigatori, potrebbe essere risentita in udienza direttamente dai giudici.

Secondo quanto ricostruito sin qui dalla procura del tribunale di Ravenna, la vicenda era maturata il 25 luglio 2023. Quel giorno l’imputato - prosegue l’accusa - tenendo ferma la minore per i capelli e poi usando le braccia, l’aveva costretta a subire rapporti sessuali. Alla fine lei era riuscita a liberarsi e ad allontanarlo da sé.

La norma che descrive il tipo di reato contestato nel nostro caso - ovvero l’articolo 609 bis del codice penale - prevede - prevede, in caso di condanna, la reclusione da sei a dodici anni. In questo caso occorre tenere anche conto della contestata circostanza aggravante (articolo 609 ter, comma 1) che, sempre in caso di condanna, prevede che la pena finale venga aumentata di un terzo (cioè sulla carta nel complesso la forbice va dagli otto ai sedici anni di reclusione).

Il turista 19enne naturalmente confida di potere dimostrare la propria estraneità alla contestazioni mosse e quindi di incassare un’assoluzione tanto che ha scelto di essere giudicato in dibattimento invece che puntare su un rito alternativo (vedi giudizio abbreviato) che, in caso di condanna, gli avrebbe fruttato lo sconto di un terzo della pena.