Violentata la sera del Palio, 23enne alla sbarra

L’episodio sarebbe avvenuto durante l’edizione dello scorso anno. La presunta vittima ha 17 anni

Violentata la sera del Palio, 23enne alla sbarra

Violentata la sera del Palio, 23enne alla sbarra

Il giudice dell’udienza preliminare Andrea Galanti, come chiesto dal pubblico ministero d’udienza Angela Scorza, ieri mattina ha rinviato a giudizio un ragazzo di 23 anni di Faenza con l’accusa di avere abusato la notte tra il 22 e 23 luglio scorso, in concomitanza con il Palio del Niballo, di una 17enne nel centro della città manfreda.

Nel processo che partita a fine novembre davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna, l’imputato dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata e di lesioni personali aggravate (prognosi di 15 giorni). L’avvocato difensore Giovanni Battista Emaldi aveva chiesto per lui il non luogo a procedere.

I genitori della minore si sono costituiti parte civile con l’avvocato Nicola Laghi chiedendo 20 mila euro di provvisionale a testa.

La ragazza, sentita a metà settembre dai carabinieri del nucleo Investigativo di Ravenna alla presenza della psicologa Lisa Cappelli, aveva restituito ogni dettaglio di ciò che a suo avviso le era accaduto quella notte. Lei, che inizialmente si trovava assieme al padre in uno dei rioni impegnati nella tenzone, attorno alle 4 aveva deciso di incamminarsi verso un bar del centro cittadino. Ed è lì che aveva incontrato quel giovane conoscente.

Questi le aveva immediatamente chiesto una prestazione sessuale; poi le era andato incontro sostenendo di non averla riconosciuta.

I due si erano quindi seduti sulle sedie del bar: erano presenti anche due ragazzi i quali, quando il giovane aveva preso a molestarla, si erano alzati e si erano sistemati in un tavolino dietro (la loro posizione è al vaglio del pubblico ministero titolare del fascicolo, la dottoressa Lucrezia Ciriello).

La successiva contestata violenza sessuale, era durata circa un quarto d’ora e, secondo la ragazza, i due alle loro spalle si erano resi conto di qualcosa.

Poi lei si era alzata ed era scappata sconvolta: si era fermata solo più avanti nei pressi di un bancomat e si era messa a piangere.

Quindi era tornata indietro passando davanti allo stesso bar: lì seduti c’erano sempre il giovane che avrebbe abusato di lei e i due suoi amici oltre ad alcune ragazze che, parlando tra di loro, l’avevano apostrofata in modo spregevole.

Lei si era bloccata, come impietrita; il ragazzo allora era andato dall’altra parte della strada mentre lei aveva proseguito per raggiungere l’abitazione di un’amica.

Dopo qualche passo, le era venuto un attacco di panico ed era tornata indietro: per fortuna a quel punto aveva incontrato un amico di famiglia che l’aveva riaccompagnata.

In merito ai ragazzi presenti durante gli abusi che la giovane ha denunciato di aver subìto, non li aveva riconosciuti né li aveva fortunatamente più incontrati in giro: anche perché da quella volta, aveva cominciato a uscire per Faenza a testa bassa.

Non è tutto, perché la ragazza aveva successivamente incontrato la madre del 23enne: la donna - prosegue l’accusa - l’aveva abbracciata e le aveva detto di pensare sempre a lei: una situazione che le aveva creato molta angoscia tanto che da quella volta aveva deciso di non uscire più per le strade manfrede.

a.col.