REDAZIONE RAVENNA

Violentata la notte del Palio, giovane nei guai

Choc al Niballo del 2023: la denuncia di una minorenne ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per un faentino

Violentata la notte del Palio, giovane nei guai

Violentata la notte del Palio, giovane nei guai

Un conoscente poco più che ventenne, la notte del Palio del Niballo dello scorso anno l’aveva incrociata in centro e aveva abusato di lei praticamente sotto agli occhi di altri due ragazzi le cui posizioni sono al vaglio. Una denuncia, quella di una minorenne di Faenza, che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per un giovane manfredo. Il ragazzo, difeso dall’avvocato Giovanni Battista Emaldi, nell’udienza preliminare fissata per inizio luglio davanti al gup Andrea Galanti, dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e di lesioni personali aggravate (prognosi di 15 giorni). In quella stessa sede i genitori della minore, tutelati dall’avvocato Nicola Laghi, potranno costituirsi parte civile.

La ragazza, sentita a metà settembre dai carabinieri del nucleo Investigativo di Ravenna alla presenza della psicologa Lisa Cappelli, aveva restituito ogni dettaglio di ciò che a suo avviso le era accaduto quella notte. Lei, che inizialmente si trovava assieme al padre in uno dei rioni impegnati nella tenzone, attorno alle 4 aveva deciso di incamminarsi verso un bar del centro. Ed è lì che aveva incontrato il giovane conoscente. Questi le aveva immediatamente chiesto una prestazione sessuale; poi le era andato incontro sostenendo di non averla riconosciuta. I due si erano quindi seduti sulle sedie del bar: erano presenti anche due ragazzi i quali, quando il giovane aveva preso a molestarla, si erano alzati e si erano sistemati in un tavolino dietro a loro. La successiva contestata violenza sessuale, era durata circa un quarto d’ora e, secondo la ragazza, i due alle loro spalle si erano resi conto di qualcosa. Poi lei si era alzata ed era scappata sconvolta: si era fermata solo più avanti nei pressi di un bancomat e si era messa a piangere. Quindi era tornata indietro passando davanti allo stesso bar: lì seduti c’erano sempre il giovane che aveva abusato di lei e i due suoi amici oltre ad alcune ragazze che, parlando tra di loro, l’avevano apostrofata in modo spregevole. Lei si era bloccata, come impietrita; il ragazzo allora era andato dall’altra parte della strada mentre lei aveva proseguito per raggiungere l’abitazione di un’amica. Dopo qualche passo, le era venuto un attacco di panico ed era tornata indietro: per fortuna a quel punto aveva incontrato un amico di famiglia che l’aveva riaccompagnata.

In merito ai ragazzi presenti durante gli abusi, non li aveva riconosciuti né li aveva più incontrati in giro: anche perché da quella volta, aveva cominciato a uscire per Faenza a testa bassa. Aveva però incontrato la madre del ragazzo che l’avrebbe abusata: la donna - prosegue l’accusa - l’aveva abbracciata e le aveva detto di pensare sempre a lei: una situazione che le aveva dato molta angoscia tanto che da quella volta aveva deciso di non uscire più per le strade manfrede. Secondo lei, la madre madre del giovane all’inizio non aveva creduto alla denuncia: ma quando lei aveva fatto presente di avere registrato l’ammissione di lui, la donna avrebbe detto al figlio che non lo riconosceva più. Sul fronte indagini, coordinate dal pm Lucrezia Ciriello, le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno rafforzato la veridicità delle descrizioni della minore sulle strade imboccate da lei e dal sospettato in quella note di un anno fa.

Andrea Colombari