ANDREA COLOMBARI
Cronaca

‘Villeggiante fantasma’: mai stato in quell’hotel ma riceve mail a suo nome

Condannata a pagare sanzione amministrativa da 10 mila euro la società di Ravenna che gestisce la struttura rivierasca. Punito il "carattere gravemente colposo della violazione"

Email promozionale: arriva la multa del garante della privacy. Coinvolta nel fatto una struttura residenziale (foto d’archivio)

Email promozionale: arriva la multa del garante della privacy. Coinvolta nel fatto una struttura residenziale (foto d’archivio)

Ravenna, 29 giugno 2024 – Non era mai stato in quell’hotel del litorale ravennate né aveva mai avuto a che fare con chi ora lo gestisce. Nonostante ciò, aveva ricevuto una mail di promozione pubblicitaria. E allora aveva chiesto spiegazioni formali su come e dove fossero stati raccolti i suoi dati invocando, invano, il diritto di averne copia. Una vicenda singolare quella capitata a un consumatore e costata la condanna della srl di Ravenna che gestisce l’hotel in questione. In particolare il Garante per la protezione dei dati personali, ha disposto una sanzione amministrativa da 10 mila euro. Cioè lo 0,05% della sanzione massima prevista dalle norme di settore per questo tipo di violazione: 20 milioni di euro.

Secondo quanto ricostruito nel recente provvedimento vergato dal collegio presieduto dal professor Pasquale Stanzione, il reclamo del ’villeggiante fantasma’ risale al 26 giugno dell’anno scorso. In particolare l’uomo aveva lamentato di avere ricevuto una mail promozionale da parte della srl di Ravenna: che strano, aveva pensato, visto che lui non aveva proprio mai avuto alcun rapporto con tale società. A richiesta di chiarimenti del Garante, il 19 settembre la srl aveva fatto sapere di disporre dei dati dell’uomo perché in passato a suo dire lui era stato cliente di un hotel rivierasco in precedenza gestito da un’altra società.

Il ’villeggiante fantasma’ aveva allora precisato di non avere mai soggiornato in quell’hotel. E così la srl aveva supposto che fosse stata la precedente gestione a raccogliere i suoi dati, magari pescandoli da un soggiorno in un altro degli hotel gestiti. A quel punto il Garante aveva chiesto la documentazione per capire chi, dove e quando: ma il 27 dicembre la srl aveva precisato di avere ormai cancellato i dati dell’uomo specificando poi che la mail non aveva natura promozionale: ma era stata inviata solo per chiedere a quel potenziale cliente il consenso a ricevere future proposte commerciali.

Nient’affatto secondo il provvedimento del Garante: perché "dall’esame della email, si evince come la stessa abbia una finalità inequivocabilmente promozionale" ovvero "volta a sollecitare l’acquisito di un servizio attraverso il riconoscimento di bonus e sconti". Una vicenda nella quale il Garante ha riconosciuto diverse circostanze aggravanti. Ovvero "il carattere gravemente colposo della violazione" dato che la srl ravennate "non è stata in grado di documentare in nessun modo l’origine dei dati e non ha mai fornito adeguato riscontro" alle richieste del ’villeggiante fantasma’. Come dire una "grave negligenza nel trattamento dei dati personali". Del resto il "titolare del trattamento ha dimostrato totale incapacità" davanti alla richiesta di dare "adeguato riscontro all’accesso dati". Da ultimo "il grado di cooperazione" con il Garante è stato definito "del tutto insufficiente" con "risposte imprecise, contraddittorie e non documentate". Come attenuati figurano il fatto che sia rimasto coinvolto un solo potenziale cliente; che il "livello del danno arrecato consiste nel mero disturbo per un’email indesiderata"; e che a carico della srl non figurano altre violazioni pregresse.

In definitiva il soggiorno non c’è mai stato ma un ’conto’ da pagare sì: 10 mila euro.