Le imprese dell’oil&gas ravennati riunite sotto le insegne del Roca Energy Contractors – 39 aziende con un fatturato complessivo che supera abbondantemente i due miliardi - sfruttano appieno il buon momento del settore e guardano con fiducia al futuro e aspettano di presentarsi alla vetrina di Omc in programma a Ravenna dal 24 al 26 ottobre. E proprio in ottobre ci sarà il rinnovo della presidenza del Roca medesimo, attualmente guidato da Renzo Righini, socio e amministratore unico della società F.lli Righini Srl. Tira aria di ringiovanimento alla presidenza del Roca che verrà rinnovata a ottobre?
"Si credo sia giusto un grande ricambio generazionale. Io sono subentrato a Franco Nanni per dare continuità all’associazione ma ora credo sia bene portare i giovani al vertice. Del resto non mancano nelle nostre aziende i figli che stanno affiancando i padri quindi credo sia giusto dare loro spazio".
Come stanno andando le imprese del Roca?
"Veniamo da anni difficili che si sono spinti fino agli ultimi mesi del 2021 quando gli investimenti nel settore oil&gas si erano ridotti e le aziende avevano poche opportunità di lavoro. Poi è iniziata una buona ripresa e anche sulla scorta dei rincari energetici il mercato è ripartito. Così a Ravenna siamo molto attivi sia nell’offshore relativo al gas ma abbiamo fortemente diversificato dedicandosi al wind offshore che oggi rappresenta ben più della metà del nostro business". Il gas resta però il cuore del business energetico…
"Si certo. Il mondo vuole, giustamente, decarbonizzare, ma senza il gas non si va da nessuna parte per almeno 40 anni. Quindi continueremo a trattarlo e a cercarlo perché quello che attualmente si ha a disposizione non durerà decenni. Quidi il nostro mercato sarà positivo anche negli anni a venire e si può ragionevolmente prevedere che gli investimenti nel settore resteranno alti per i prossimi anni. Del resto la Germania ha in programma da qui a breve ben sei rigassificatori e in Italia ce ne saranno almeno due".
Ma noi abbiamo il gas e non estraiamo. Ha senso?
" Assolutamente no. Attualmente preleviamo in Italia dal nostro sottosuolo circa 3 miliardi di metri cubi e ne consumiamo oltre 68 ma 20 anni fa ne uscivano oltre 20 miliardi. È una politica davvero miope quello di comprare sul mercato, e a caro prezzo, quello che in parte avremmo nei nostri mari. Ma la situzione pare non cambiare. Così noi andiamo a lavorare in giro per il mondo".
Anche per quel che riguarda il vento?
Sì. Il grosso del business resta nei mari del nord Europa ma in questo caso alcuni progetti in Italia ci sono in Sicilia, Sardegna e nello stesso Adriatico. Noi come Fratelli Righini spingiamo molto sul settore dell’offshore wind che attualmente rappresenta circa il 70% dei nostri ricavi".
Che sono per la grande parte all’estero…
"Si, l’estero vale per noi, ma anche per tante altre aziende del Roca, circa il 90% dei ricavi. Che poi quando si lavora con Saipem si ha una commessa formalmente italiana ma magari per una piattaforma in giro per il mondo. Attualmente abbiamo lavoro garantiti per circa 9 mesi ma ci sono tanti progetti nel cassetto specie in Nord Europa. E faremmo anche investimenti anche se con i tassi così elevati occorre prudenza in questo momento".
Giorgio Costa