REDAZIONE RAVENNA

Vent’anni fa si spegneva. Manlio Guberti, il pittore del deserto

Vent’anni fa, il 12 dicembre del 2003, moriva a Monte d’Arca nei pressi di Roma Manlio Guberti Helfrich, un personaggio...

Vent’anni fa, il 12 dicembre del 2003, moriva a Monte d’Arca nei pressi di Roma Manlio Guberti Helfrich, un personaggio che sicuramente ha dato lustro alla sua città anche se pochi oggi lo ricordano. Nato a Ravenna nel 1917, Manlio era figlio di Eugenio, l’avvocato autore della famosa commedia dialettale Al tatar, e fratello del medico Baldo e dell’avvocato Vincenzo. Pittore, scrittore, poeta, uomo di grande cultura, dopo la laurea in giurisprudenza si diplomò nel 1948 all’Accademia di Belle arti di Roma e nello stesso anno partecipò alla Biennale di Venezia. Nel 1953 si trasferì negli Stati Uniti dove incontrò due ravennati lontani, il maestro dei suggeritori lirici Otello Ceroni e il grande basso Ezio Pinza. Fu anche ospite del regista George Cukor. Negli Usa si conquistò una certa fama per le sue raffigurazioni del deserto.

"Manlio Guberti – scrisse Rex King, critico dell’Arizona Daily Star – ha realizzato in pochi mesi di lavoro nel West quanto nessun altro artista aveva mai compiuto, cioè ha sentito e dipinto veramente il fascino del deserto". Fu amico anche degli attori Spencer Tracy e Katherine Hepburn, quest’ultima appassionata collezionista dei suoi quadri. Ebbe anche un curioso riconoscimento: fu infatti nominato sindaco onorario’ di Tombstone nel Far West. Ritornato in Italia si stabilì a Monte d’Arca in una casa immersa nei grandi silenzi della campagna dove continuò a lavorare, a scrivere e a suonare il pianoforte. È autore di un trattato di serigrafia per artisti e di un manuale Hoepli dedicato alla vela, sport del quale era un grande appassionato e per il quale progettò particolari attrezzature ancora oggi utilizzate in questa pratica sportiva. Fu anche affascinato dall’astronomia e amico del grande astronomo Paolo Maffei. In una sua venuta a Ravenna volle incontrarmi al Planetario dove insieme all’amico Giuseppe Maestri trascorremmo una mattinata indimenticabile. Tutti gli scritti di Guberti sono stati pubblicati dal ‘Monogramma’ della Galleria di Angelina e Giuseppe Maestri, legati al pittore da una fraterna amicizia: ’Lettere da Monte Orcius’, ’Cieco vagabondo’, ’Del vento e delle ombre’, ’Dal fuoco segreto’, ’Nei crocevia’, ’Forse il vento’ e ’Ora di Pan’. La lontananza da Ravenna non gli fece mai dimenticare la sua città d’origine, dove in anni lontani ebbe come amici il dottor Oddone De Lorenzi e la professoressa Teresina Pasolini Psotti Dall’Onda. A Manlio Guberti la Cassa e la Fondazione Cassa di Risparmio gli hanno dedicato nel 2008 uno dei suoi pregiati calendari artistici.

Franco Gàbici