REDAZIONE RAVENNA

Variante dell’Adriatica, guerra sugli espropri

I residenti nel tratto tra Ponte Bastia e Argenta hanno vinto al Tar. Ma Anas ha impugnato ottenendo di congelare gli effetti della sentenza

La statale 16 ‘Adriatica’ in un’immagine di repertorio

La statale 16 ‘Adriatica’ in un’immagine di repertorio

I lavori del caso sono quelli di ammodernamento dell’Adriatica nel tratto tra Ponte Bastia, in Bassa Romagna, e Argenta, nel Ferrarese. Ovvero alcuni chilometri per una variante: e la storia di espropri, ruspe e picconi si è trasformata in una battaglia amministrativa. Un match tra alcuni dei proprietari e gli enti coinvolti. Innanzitutto Anas spa. Ma anche Arpae, vari ministeri, un paio di soprintendenze, la Regione, il Comune di Argenta, l’Unione dei Comuni Valli e Delizie e la Provincia di Ferrara. E - non costituti - i Comuni dell’Unione della Bassa, il Comune di Alfonsine e il Comune di Conselice. Perché l’opera in questione è stata dichiarata "di pubblica utilità". Il primo round, ovvero la sentenza del Tar di Bologna pubblicata il 3 settembre scorso, è andato a quattro residenti: i loro ricorsi sono stati riuniti e, quelli che avevano perso d’interesse, sono stati dichiarati improcedibili; ma soprattutto quello sui lavori tra l’innesto della Statale 494 e Ponte Bastia allo svincolo per Argenta, ha ricevuto disco verde: uguale ad annullamento degli atti impugnati. E, almeno sulla carta, si andava verso lo stop dei cantieri e di tutte le procedure espropriative.

Il secondo round è invece andato ad Anas: perché il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 4 ottobre scorso, ha accolto la richiesta contenuta nel ricorso della spa contro 17 proprietari per sospendere l’esecutività della sentenza del Tar in attesa che il caso venga affrontato alla radice. "Nella comparazione degli interessi in conflitto - si legge nel documento - deve essere data prevalenza all’esigenza di mantenere" integra la questione al centro della discussione "fino alla definizione del merito di giudizio". Equivale a dire che per ora si va avanti come se la sentenza del Tar non avesse prodotto alcun effetto.

L’ultimo, ma non definitivo, capitolo dello scontro amministrativo, risale giusto a venerdì scorso quando il Consiglio di Stato ha pubblicato il decreto circa il ricorso urgente presentato da 9 residenti sulla sospensione dell’esecutività di atti della proceduta di esproprio non impugnati davanti al Tar: "Considerato che il danno paventato dai ricorrenti - si legge nel documento - non appare irreparabile", ecco che le richieste di sospendere tali effetti sono state respinte: in attesa però che sia un collegio a esprimersi a metà mese sulla questione e non solo il presidente di sezione.

E se in questo bailamme di carte bollate avete smarrito la questione principale sulla fattibilità o meno dell’opera, ecco come l’avvocato Carlo Dalla Vecchia, che tutela i residenti ricorrenti, aveva illustrato le motivazioni portate dalla Corte bolognese presieduta dal giudice Ugo Bentivogli: "Il Tar ha sottolineato che la valutazione di impatto ambientale del 2001 non può essere utilizzata per questa opera: non può essere utilizzata adesso. Lo scenario è completamente cambiato, ricordo che c’è stata anche un’alluvione. Quindi serve una valutazione di impatto ambientale che sia attuale, che sia corrispondente al periodo nel quale va a realizzarsi l’opera". "Preciso che non siamo contro questa infrastruttura - aveva aggiunto il legale -, contro una strada: ma chiediamo, lo chiedono i miei clienti, che l’opera sia fatta bene".

Andrea Colombari