REDAZIONE RAVENNA

Valle della Canna a secco Torna l’incubo botulino

Per 3000 volatili a disposizione solo una piccola pozza, l’allarme dell’esperto: "Troppo piccolo il sifone che porta acqua dal Lamone". In arrivo le alzavole

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Allarme preventivo per la Valle della Canna. Ci sono 3mila volatili che hanno a disposizione soltanto una pozza centrale d’acqua che non supera i 10 centimetri. In più stanno arrivando le alzavole che qui trovano rifugio nel periodo invernale ma che sono anche le più sensibili al botulino. Sì, proprio l’ospite indesiderato della valle: nel 2019 ha sterminato 3mila anatidi, nel 2021, una settantina, ai primi di agosto soltanto 3 o 4 uccelli. Ciò però significa che la tossina non è stata completamente debellata. E il motivo – spiegano tecnici del settore e cacciatori (che non vanno armati nella valle della Canna) è che la reimmissione di acqua nell’habitat procede troppo lentamente.

"Faccio parte della Commissione tecnico-faunistica dell’ATC RA 3 ed è naturale che abbia rapporti con i cacciatori che ieri mi hanno tempestato di telefonate. Questa situazione – mi dice chi frequenta la valle – è dovuta al fatto che il sifone che porta acqua in valle dal Lamone sud è troppo piccolo per riempirla in tempi rapidi. Contemporaneamente non viene utilizzato il manufatto che preleva dalla Canaletta Anic perché la bolletta energetica per mantenerlo in funzione sarebbe troppo elevata" scrive in una nota Marta Farolfi, candidata al Senato di Fratelli d’Italia, che annuncia riunioni a Roma per un progetto definitivo e con finanziamenti certi. Da tempo, anche da parte dell’Ente Parco del Delta, viene suggerito una immissione autonoma di acqua del Lamone, lato Nord, in valle. Più la canaletta Anic, che però è ferma per il caro-bollette.

L’area da allagare ha una dimensione estesa, circa 250 ettari. "Cerchiamo di fare del nostro meglio con quello che ci è messo a disposizione" dicono dal Parco del Delta. Per fortuna la temperatura si è abbassata e questo allontana il rischio botulino, anche se l’arrivo delle alzavole, molto a rischio contagio, preoccupa non poco. Siamo entrati nella stagione degli anatidi che dalla valle – progressivamente sempre più frequentata dagli uccelli di passo - si spostano in altre zone allagate della pineta San Vitale, oppure nei chiari privati, con il rischio di diffondere eventuali contagi. Dopo le alzavole, arriveranno mestoloni, moriglioni, tutte le specie che da sempre frequentano la zona valliva. In ogni caso è stata aumentata la sorveglianza, anche se sarebbe necessario potenziare gli impianti che immettono acqua nell’area naturale.