REDAZIONE RAVENNA

Un’area allagabile per il Marzeno. Dovrà salvare la zona di via Cimatti

Il Comune di Faenza ha depositato il progetto per realizzarla su terreni che andranno recintati con arginature

Il terreno in questione all’indomani della terza alluvione (Tedioli)

Il terreno in questione all’indomani della terza alluvione (Tedioli)

Il Comune di Faenza ha depositato il progetto per le opere di difesa della zona del Borgo di via Cimatti. La causa delle tre alluvioni in 16 mesi della zona del Borgo di Faenza, individuata tra via Cimatti, via Silvio Pellico e via Pantoli e delle traverse Ragazzini e D’Azeglio, è ormai appurato essere dovuta alle esondazioni del torrente Marzeno. Le sue acque, in caso di abbondanti piogge nelle colline a monte di Faenza che ne determinano piene consistenti, prima di immettersi nel Lamone, all’altezza del Mulino, non avendo difese arginali, esondano prima verso Modigliana e poi, trovando terreni scoscesi, si riversano nuovamente nel suo stesso letto per uscire successivamente in via San Martino e via via più in basso fino ad arrivare alla curva tra via Cimatti e via Santa Lucia, invadendo la strada. Le acque poi, per gravità, si orientano verso il ponte delle Grazie invadendo l’area. La zona, densamente abitata, conta all’incirca un migliaio di appartamenti, moltissimi dei quali al piano terra, con locali interrati come cantine e garage, quindi più esposti agli allagamenti. La soluzione è stata individuata nella realizzazione di misure di difesa in via Cimatti, partendo dal sottopasso della circonvallazione verso monte per un centinaio di metri. Nell’atto di ’disobbedienza istituzionale’ come l’ha ribattezzata lo stesso sindaco della città, all’indomani della terza alluvione della zona di via Cimatti, c’è proprio la decisione da parte dell’amministrazione faentina di andare avanti con un progetto che il Comune aveva presentato a febbraio del 2024, in attesa di una copertura finanziaria da parte della struttura commissariale. L’elaborato, peraltro, contemplava proprio quanto chiesto dai residenti della zona.

Nelle scorse settimane il commissario Figliuolo ha emesso tre ordinanze, una delle quali concede copertura finanziaria per 2,8 milioni di euro proprio per quel progetto dal costo totale di oltre 4 milioni di euro. Le soluzioni, scritte in un elaborato realizzato da un studio tecnico che ha all’attivo grossi interventi anche per opere di difesa idraulica, è stato depositato in Regione. Il progetto nel dettaglio prevede l’acquisto da parte del Comune di terreni che puntualmente il torrente Marzeno invade nel momento in cui esonda, per farne un’area allagabile a difesa della zona di via Cimatti e delle sue traverse. Tutta l’area, circa 11 ettari, dovrebbe poi essere liberata da alberi da frutto e cinta da arginature, così da impedire alle acque di uscire o di danneggiare l’argine del Lamone che corre lungo via Cimatti. Quell’area, secondo una stima molto approssimativa, dovrebbe essere in grado di contenere fino a 300mila metri cubi di acqua: ben oltre, ad esempio, l’acqua rovesciatasi a settembre di quest’anno in via Cimatti e nelle sue traverse, stimata in circa 160mila metri cubi. Lo svuotamento di eventuali allagamenti dell’area, per evitare ristagni, avverrebbe successivamente per mezzo di pompe idrauliche nel Lamone o in canali di scolo.

Per quanto riguarda le tempistiche, trattandosi di lavori che non richiedono particolari lavorazioni ma semplici interventi di movimentazione terra, con scavi e creazione di terrapieni, il progetto non appena riceverà il via libera dall’Autorità di Bacino e dagli enti competenti, potendo contare su un preliminare ‘via libera’ a vendere da parte dei proprietari dei terreni, potrebbe concludersi entro quattro o cinque mesi.

s.s.