NICOLA DALMONTE *
Cronaca

Un sistema di laghetti per trattenere l’acqua e combattere la siccità

di Nicola Dalmonte *

In Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono lungo la Penisola non vengono raccolti. Colpa di carenze infrastrutturali e di reti che fanno acqua quando, invece, mai come oggi, alla luce anche di un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno, evitare le perdite sarebbe fondamentale. Il Ravennate, da questo punto di vista, pur soffrendo come il resto del Paese gli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare la scarsità di precipitazioni, ha costruito nel tempo e grazie agli investimenti sinergici di agricoltori e Consorzi Bonifica, un sistema irriguo ‘salva raccolti’ efficiente e tuttora in espansione.

Invece a livello nazionale i dati Istat mostrano che si trattiene appena l’11% dell’acqua piovana e che le perdite idriche nella distribuzione dell’acqua raccolta sono pari al 42%. Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione ed aumento dell’intensità delle piogge richiedono interventi strutturali perché gli effetti sono evidenti, basti pensare che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate.

È evidente come il clima sia cambiato e come sia necessario attrezzarsi per convivere con apporti precipitativi nettamente inferiori rispetto al passato perché dalla disponibilità idrica dipende la sopravvivenza dell’agricoltura e quindi la produzione degli alimenti base della nostra dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla alla frutta e verdura fino al mais per alimentare gli animali. Le piogge di questi giorni sulla nostra provincia hanno alleviato lo stato di sofferenza delle colture, ma di fronte a questa tropicalizzazione del clima e alla siccità collegata occorre fare il possibile per raccogliere l’acqua quando piove, trattenerla e renderla disponibile nei momenti di difficoltà. In questa direzione va il ‘piano laghetti’ elaborato da Coldiretti insieme ad Anbi, al fine di realizzare a livello nazionale una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Un progetto che, su scala provinciale, è già attivo nel Ravennate dove in particolare nelle zone di collina, quelle più soggette ad andare in sofferenza perché dipendenti da fiumi e torrenti, è presente una fitta rete di invasi aziendali ed interaziendali, in continua espansione.

* Presidente di Coldiretti Ravenna