UGO BENTIVOGLI
Cronaca

Un muro contro gli scambisti. Sesso e guardoni in pineta: "Situazione fuori controllo"

La proposta in consiglio comunale: recinzione metallica, sbarra, documenti all’ingresso. Tutto cominciò negli anni Sessanta con l’arrivo a Lido di Dante dei primi innocui nudisti.

Un muro contro gli scambisti. Sesso e guardoni in pineta: "Situazione fuori controllo"

Se non è un muro poco ci manca. L’idea ricorda la celebre barriera metallica anti spacciatori eretta in via Anelli a Padova. A Lido di Dante, a due passi da Ravenna, la faccenda forse non è così grave, ma evidentemente preoccupante sì, almeno per i residenti. Già, perché qui l’obiettivo è tenere alla larga dalla pineta la sempre più numerosa fauna degli scambisti e dei voyeur, col ricco contorno di sesso mercenario che si porta dietro. Ma perché questo bellissimo angolo di costa è stato eletto a paradiso (ma forse sarebbe meglio dire inferno) di un esercito di lussoriosi? È storia antica, ma vale la pena raccontarla.

Iniziò tutto negli anni Sessanta con i primi nudisti: tedeschi, danesi, olandesi, quando la vacanza in riva all’Adriatico era un must e la natura era al centro dei pensieri alternativi. La spiaggia incontaminata di Lido di Dante, le bellissime dune – tra le più belle della Riviera – nonché la pineta era diventata una meta assai ambita, nella quale vivere in tranquillità il proprio pensiero naturista, in riva al mare, senza troppa confusione. A Ravenna mezzo secolo fa (o giù di lì) si sapeva tutto, ma a parte qualche fugace voyeuer, tutto si limitava ad una convivenza disinteressata dell’una parte nei confronti dell’altra e viceversa.

Ma primavera dopo primavera, le cose sono via via cambiate. Le ordinanze che permettono il turismo naturista si sono succedute anno dopo anno, cambiando magari l’arco temporale. Ma quel che è clamorosamente cambiato è l’atteggiamento di chi, per nulla interessato al naturismo come stile di vita ma al sesso puro e semplice, ha via via riempito gli anfratti della pineta, le dune, le zone limitrofe. Naturalmente il paese vive di turismo, come tutte le località rivierasche, e il turismo tradizionale non ne risente, ma la presenza di scambisti, guardoni, coppie a caccia di brividi o single alla ricerca del proibito è diventata sempre più invadente. In una sorta di locale per scambisti a cielo aperto e, per giunta, completamente gratuito, benché in zona non manchi chi pratica la prostituzione, anche di coppia. Inevitabili gli incidenti. Come quello capitato al camperista di passaggio con tutta la famiglia, all’oscuro di tutto, che si è trovato circondato da sconosciuti in cerca di compagnia. E di episodi così ne sono capitati ormai davvero tanti.

Negli anni, dicevamo, il naturismo è stato regolamentato e la situazione sembrava sotto controllo: sono state create strutture per i nudisti che rendono più fruibile tutta l’area dai turisti amanti della natura a tutto tondo. Turisti che hanno eletto la spiaggia a sud di Lido di Dantei tra le preferite in assoluto: in un divertente post sul blog inaturisti.it uno degli iscritti aveva fatto esplodere di gioia i partecipanti, lanciando la news dell’apertura completa al naturismo di tutto il paese. Molti avevano festeggiato, pensando addirittura ad un trasferimento in pianta stabile. Nessuno aveva controllato la data di pubblicazione: il primo di aprile, era solo una scherzo.

Dunque, un fenomeno (il naturismo) partito da lontano e del tutto rispettabile ne ha scatenato un altro preoccupante, torbido e difficile da gestire. Ecco perché in un ordine del giorno del Consiglio comunale presentato dal capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, viene chiesto di "avviare la realizzazione di un progetto di installazione di un sistema tecnologico di accesso limitato ai pedoni, ai ciclisti, ai veicoli dei residenti e delle attività agricole e ai mezzi di vigilanza e di intervento pubblico, la definizione del quale, sulla base delle molte esperienze e modalità attive ovunque, anche nella nostra città, è demandata alla disponibilità espressa dalla Polizia Locale. Inoltre di informare il Consiglio stesso degli sviluppi, in vista della prossima stagione estiva". Il tutto nell’area di proprietà del Comune, all’inizio del tratto della pineta di via Catone: insomma la creazione di una sorta di barriera che impedisca o almeno rallenti l’afflusso di chi non abiti in zona, abbia interessi lavorativi o si rechi per motivi prettamente turistici in quell’area specifica.