Venti giorni tra speranze che si fanno sempre più flebili. Alla fine Roberto Ronconi, 78 anni, non ce l’ha fatta: è morto nella notte tra lunedì e martedì a causa del West Nile dopo un lungo ricovero in Terapia intensiva nel Bellunese. L’uomo, che prima di contrarre il virus era in salute, viveva a Russi ed era un appassionato fotografo paesaggista. Aveva contribuito fortemente a ridare vita al circolo fotografico della Pro loco di Russi, di cui faceva parte, ed era anche membro dell’Hobby foto club di Ravenna. "Aveva iniziato con la fotografia in bianco e nero con la camera oscura – racconta un amico del gruppo fotografico – e poi era passato al computer, a Photoshop. Ed era bravissimo e sempre disponibile. Si prodigava molto per aiutare chi gli chiedeva una mano". Aveva esposto più volte le sue foto in mostre sul territorio, l’ultima delle quali a cura della Pro loco di Russi, aperta dal 14 al 29 luglio scorsi nell’ex chiesa in Albis in piazza Farini. "L’ho visto l’ultima volta all’inaugurazione – racconta l’amico – e so che dal giorno successivo ha cominciato a dire che stava poco bene e ad avere un po’ di febbre. E chi si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. In montagna so che era andato a trovare dei parenti, era un soggiorno ’extra’ rispetto alla sua routine. Tutti gli anni infatti andava sulle Dolomiti dal 1 al 15 settembre, infatti spesso tra le sue foto c’erano paesaggi montani, valle e camminate. Ma era anche un grande amante della Toscana, delle crete senesi e di Castelluccio di Norcia".
Non ci saranno funerali pubblici e la salma sarà cremata. Ronconi, che prima della pensione aveva lavorato a lungo all’Enel, lascia la moglie Anna e il figlio Matteo. A detta delle persone a lui vicine aveva iniziato a manifestare i primi sintomi del West Nile a metà luglio: una generica febbre che il medico di medicina generale aveva scambiato per influenza. Vedendo che non passava, l’uomo si era anche sottoposto a una lastra ai polmoni, che non aveva mostrato alcun focolaio. Niente faceva presagire qualcosa di più di un piccolo malanno, così era partito per le vacanze. E nel Bellunese, lo scorso 24 luglio, aveva iniziato a sperimentare sintomi molto forti tra cui convulsioni e vomito. Solo dopo il ricovero in Terapia intensiva, quando le sue condizioni erano già molto gravi, la causa è stata identificata nel West Nile, trasmesso dalla puntura di una zanzara.
La situazione relativa al virus non è comunque considerata preoccupante nel nostro territorio. Il West Nile è diffuso in maniera endemica in Emilia-Romagna e nell’80% dei casi è asintomatico, mentre in un altro 15% non è più grave di un’influenza: gli interventi di disinfestazione scattano, secondo il piano d’intervento sanitario, di fronte a un minimo di 30 pazienti con forme neuroinvasive in 500 chilometri quadrati, considerati la punta dell’iceberg di un grande contagio. Nel Ravennate però al momento quello di Ronconi risulta essere l’unico caso di questo tipo.
Sara Servadei