ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Ucciso in Colombia, lo strazio della madre: “Mi manchi da morire e mi manca l’aria”

Il post sui social dei genitori di Alessando Coatti, il 38enne biologo trucidato in Sudamerica dove era andato per relax e studio. Presto gli inquirenti potrebbero convocare anche familiari e amici

Ucciso in Colombia, lo strazio della madre: “Mi manchi da morire e mi manca l’aria”

Ravenna, 11 aprile 2025 – La madre ha postato una loro foto assieme e un’altra dove appare solo lui su una spiaggia al tramonto con una scritta toccante: “Mi manchi da morire, mi manca l’aria per respirare”. È la dedica che Sandra Lovato, attraverso il suo profilo Instagram, ha riservato al figlio 38enne Alessandro Coatti, biologo e ricercatore di Longastrino da anni trasferitosi a Londra ucciso e smembrato a Santa Marta, in Colombia, dove si trovava per visitare alcune attrazioni naturalistiche della zona.

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I suoi resti, suddivisi in tre parti, sono stati recuperati dalla polizia tra domenica e martedì. E’ chiaro che è dalle indagini degli inquirenti sudamericani che ci si aspetta la soluzione di quello che al momento appare essere un vero e proprio rompicapo. La procura di Roma, come accade per cittadini italiani ammazzati all’estero, ha però aperto un fascicolo per omicidio e occultamento di cadavere. E ha incaricato inquirenti capitolini di raggiungere Santa Marta per affiancare i colleghi colombiani. Nel frattempo ha anche disposto l’acquisizione di materiale informatico (computer e altri dispositivi) appartenuti al defunto e tra le sue cose a Longastrino. Presto potrebbero essere anche convocati genitori, familiari, amici e colleghi: nessun elemento verrà cioè trascurato in quella che, come sottolineato in prima battuta dalle autorità colombiane, appare essere la vita specchiata di un 38enne senza legami sospetti, molto apprezzato sul lavoro e ben voluto da chi lo conosceva. Un quadro che rende il suo omicidio con smembramento del cadavere ancora più oscuro.

Finora gli inquirenti non si sono sbilanciati sulle piste imboccate tra scambio di persona o avvertimento al Governo di formazioni paramilitari per inibire una delle prime voci della economia della zona: il turismo. Tra i media colombiani, a indicare una nuova ipotesi investigativa, è stato il quotidiano El Tiempo collegando il caso alla mafia italiana in Colombia.

E non certo perché il 38enne avesse qualche legame. Ma perché il delitto è avvenuto tre settimane dopo la cattura di Emanuele Gregorini, alias ‘Dollarino’, capo di un sistema mafioso che si era stabilito a Cartagena. In definitiva, l’assassinio del 38enne è stato indicato come un possibile messaggio alla mafia italiana per impedirne l’ingresso nella zona. Coatti, pur non avendo alcun legame con gruppi illegali, come cittadino italiano sarebbe insomma stato scambiato per un affiliato.

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