REDAZIONE RAVENNA

Strage di volatili Ravenna, la Procura ha aperto un fascicolo

Valle della Canna, la magistratura intende vederci chiaro.Polemiche roventi, il Comune si difende: "Fatto tutto il possibile"

Valle della Canna, recuperate oltre mille carcasse di uccelli (Foto Zani)

Valle della Canna, recuperate oltre mille carcasse di uccelli (Foto Zani)

Ravenna, 6 ottobre 2019 – La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo sulla strage di anatidi nella Valle della Canna, uno degli ecosistemi più preziosi del panorama ambientale italiano. L’intenzione della magistratura è quella di chiarire tutti i contorni della vicenda. Esposti sono stati presentati dai cacciatori e da Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio domunale di Lista per Ravenna, anche Italia Nostra ha parlato di «responsabilità gravissime, chiedendo dimissioni di sindaco, assessore all’ambiente e direttrice del parco».

Solo venerdì sono stati recuperati 1075 uccelli morti (di cui 35 trampolieri) e 185 ancora vivi. Circa 300 quelli recuperati nei giorni precedenti, di cui una sessantina i superstiti. Martedì riprenderà il recupero delle carcasse e il conto salirà. Alla base potrebbe esserci un’intossicazione da botulino dovuto al caldo anomalo di questo inizio di ottobre e alla mancanza d’acqua: un cocktail micidiale. Il Comune in una nota ha respinto tutte le critiche, sostenendo di «essersi attivato subito e di aver fatto tutto il possibile». Ma le polemiche sono roventi e note molto dure sono arrivate anche dalla Lega e Fratelli d’Italia.

La Valle della Canna è un’area pari a circa 220 ettari , di proprietà (per parti distinte) del Comune di Ravenna e del Demanio pubblico. È gestita dall’Ente Parco del Delta del Po, nel cui territorio è situata. «Venerdì – si legga in una nota diffusa sabato dal Comune – alcune decine di volontari delle associazioni, venatorie e non, hanno operato per prelevare gli uccelli morti e soccorrere quelli malati con il supporto di personale del Comune e del Centro recupero avifauna, concordandolo con tutti gli enti preposti, al fine di cercare di arginare il fenomeno verificatosi. Il Comune, insieme a tutti gli enti competenti, ha favorito azioni straordinarie per il ricambio delle acque della valle in maniera rapida e per fornire così ossigeno all’area e limitare la proliferazione del botulino con l’auspicio di uscire dall’emergenza. D’altra parte si tratta di un ambiente tenuto artificialmente in un difficile equilibrio, attraverso la regolazione dei livelli idrici, e la cui gestione è molto complessa perché esistono esigenze molto diverse tra loro e a volte contrapposte, in relazione alle condizioni di vita del patrimonio di flora e della diversa fauna che lo popola. Questo delicato equilibrio è stato messo ulteriormente a dura prova, oltre che dalle note problematiche legate ai cambiamenti climatici anche dalle temperature anomale del mese di settembre e inizi di ottobre, che hanno contribuito a determinare la situazione di criticità».