Occorrerà attendere ancora per vedere i treni sferragliare di nuovo sulla linea Faenza-Firenze. I geologi della Regione Emilia Romagna e dell’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente effettueranno in settimana un nuovo sopralluogo sulla rotta ferroviaria, per verificare lo stato di salute dei versanti collinari dove sono ancora presenti movimenti franosi. Nel mirino in particolare il tratto compreso tra Brisighella e San Cassiano, quello insomma dove i nubifragi del 2 maggio e del 16 maggio sono stati più violenti. Un sopralluogo effettuato alcuni giorni fa aveva dato, nonostante gli ottimismi della vigilia, un responso negativo: troppe le situazioni ancora non stabilizzate per pensare di far viaggiare i convogli sui binari. Solo a metà settimana sarà possibile sapere se il trascorrere del tempo e le alte temperature consentiranno di riaprire definitivamente la ferrovia.
La linea è in qualche modo una sopravvissuta rispetto alle molte altre ferrovie montane italiane che hanno chiuso i battenti nel corso degli ultimi decenni: in parte perché durante gli anni di piombo rappresentò la principale alternativa alla linea Bologna-Firenze qualora su quest’ultima fossero sorti problemi, in parte in virtù del ruolo di rotta turistica che si è ritagliata nel tempo, sancito definitivamente nel 2021 con la partenza del Treno di Dante, convoglio storico che unisce Firenze a Ravenna attraverso Faenza, Brisighella, Marradi e Borgo San Lorenzo. La Faenza-Firenze è comunque una delle pochissime linee italiane ad attraversare l’Appennino: prima di trovarne un’altra, in direzione sud, è necessario spingersi fino alla Roma-Falconara e alla Roma-Pescara. Per gli abitanti della vallata è molto più che una direttrice turistica, considerando l’importanza che ha per i pendolari, i quali nei treni trovano un’alternativa molto più comoda e veloce ai bus.
Nella valle del Lamone la situazione sul fronte della viabilità è da alcuni giorni migliorata, con la riapertura della provinciale brisighellese prima interrotta poco più a valle di San Cassiano: la frana aveva spaccato in due la vallata, costringendo chi abitava nelle frazioni montane o a Marradi prima a una lunga circumnavigazione attraverso Borgo San Lorenzo, Barberino di Mugello e Bologna, e poi a raggiungere Faenza attraverso Lutirano e Modigliana, in una parte di Appennino dove le continue frane obbligavano comunque a molte deviazioni. Anche per questo motivo, considerando che la situazione della provinciale Brisighellese continua a essere precaria, la ripartenza dei collegamenti ferroviari è giudicata imprescindibile in vista dell’estate.
Filippo Donati