REDAZIONE RAVENNA

L’ex dirigente della Regione Emilia Romagna dopo l’alluvione: “Grave negligenza negli interventi di rimozione dei tronchi a Boncellino”

Claudio Miccoli: “Poca manutenzione dei nostri fiumi, anche per la presenza di una vincolistica ambientale”

Ravenna, 24 settembre 2024 – Divampa dopo la terza alluvione in poco meno di un anno e mezzo la polemica sullo stato dei fiumi del territorio. Tra gli altri, il notevole accumulo di legname nei pressi del ponte ferroviario di Boncellino che ha portato indubbiamente alle gravi tracimazioni e quindi alla rottura, poco a monte, dell’argine del fiume Lamone. In particolare, quanto dichiarato da Marco Bacchini, responsabile della sede di Ravenna dell’Agenzia regionale Sicurezza del Territorio e Protezione Civile, trova la risposta del geologo (ex dirigente della Regione) Claudio Miccoli, in qualità di responsabile del servizio Reno e Po di Volano che comprende anche la Romagna Faentina e Bassa Romagna.

Claudio Miccoli, ex dirigente della Regione Emilia-Romagna. A destra, la diga dei tronchi a Boncellino
Claudio Miccoli, ex dirigente della Regione Emilia-Romagna. A destra, la diga dei tronchi a Boncellino

“Quel legname – spiega in una nota lo stesso Miccoli – non è stato palesemente accumulato per colpa dell’uragano Boris, ma solo per la negligenza di chi opera per competenza sui fiumi, cioè la Regione per tramite dei suoi servizi tecnici facenti parte dell’Agenzia regionale Sicurezza del Territorio e Protezione Civile. A partire di primi giorni dopo la devastante alluvione del maggio 2023 ho denunciato la grave carenza di manutenzione dei nostri fiumi, cosa che avevo abbondantemente fatto anche quando ricoprivo il mio ruolo in Regione. Una scarsa manutenzione figlia sia della mancanza di fondi dedicati, sia per la presenza di una vincolistica ambientale, ovvero fiumi vincolati a bosco e con zone Sic, siti di interesse comunitario e Zps, zone a protezione speciale, che rendeva da difficile a impossibile una seria manutenzione finalizzata alla sicurezza idraulica”.

I dubbi di Miccoli sono a tutto tondo: “Sono stati fatti interventi di taglio alberi, senza coinvolgere ditte specializzate nel taglio forestale, che sono stati conclusi in modo che definirei molto disordinato ma, soprattutto, senza asportare in contemporanea con le operazioni di taglio il legname che veniva invece pericolosamente accatastato sulle golene, pronto ad essere asportato da una qualsiasi piena e trasportato a valle. La fortuna, e solo quella, ha voluto che nella passata primavera non si sia avuto alcun evento alluvionale e cosi buona parte del legname, dopo le diverse denunce del sottoscritto, è stato cippato e smaltito in modo ignoto, ma talora lasciato a contatto con l’acqua del fiume”.

Secondo il geologo, il caso del ponte ferroviario di Boncellino sarebbe significativo: “Non è altro che la dimostrazione della negligenza negli interventi di rimozione del legname presente a monte in zone allagabili e che, alla prima piena, si è trasformato in materiale flottante e accatastato in corrispondenza del primo ostacolo, situazione non certo ignota a chi opera su quel fiume”.