FILIPPO DONATI
Cronaca

La Ravenna-Bologna, in treno coi pendolari: "Tratta vergogna, ritardi e cancellazioni"

Il rapporto Legambiente la pone al settimo posto tra le peggiori d’Italia. L’ennesimo guasto alla stazione di Russi ha mandato i convogli in tilt: "C’è una sola soluzione: raddoppiare il binario unico, è anacronistico"

Ravenna, 17 febbraio 2024 – Il poco ambito primato di linea ferroviaria peggiore dell’Emilia-Romagna è stato salutato ieri dalla Bologna-Ravenna con un nuovo guasto alla circolazione nella stazione di Russi, che ha per l’ennesima volta mandato in tilt i treni di quella che, nel report annuale "Pendolaria" curato da Legambiente, ricade tra le dieci peggiori tratte italiane quanto a ritardi e cancellazioni.

I pendolari alla stazione di Ravenna
I pendolari alla stazione di Ravenna

I normali tempi di percorrenza – tra 54 e 84 minuti per coprire 82 chilometri – sono infatti spesso un’utopia per i diciannove treni che ogni giorno salpano da Bologna a Ravenna e gli altrettanti che muovono nella direzione opposta. Alla stazione di Ravenna, dove i convogli in arrivo ieri mattina intorno alle 9 accusavano già mezz’ora di ritardo, l’annuncio del guasto e della cancellazione del treno delle 10.43 per Bologna sono accolti dai presenti con cupa rassegnazione.

Tra i pendolari, c’è chi per qualche minuto interroga i compagni di disavventura alla ricerca di informazioni dell’ultim’ora, ma senza esito. I capitreno fermi al binario non ne sanno molto di più. "Un treno cancellato è una brutta notizia a quest’ora del giorno". Una studentessa fa in tempo a chiamare le amiche: "Se riuscite, correte in stazione a prendere il treno delle 9.43. Quello delle 10.43 è già stato cancellato".

È col fiato sospeso che il convoglio alle 9 e trequarti salpa in direzione di Bologna. Solo una volta superate indenni le prime stazioni di Godo e Russi – quella all’origine del guasto – i volti si distendono. Un sospiro di sollievo coglie il pubblico quando il treno si lascia alle spalle anche Bagnacavallo, Lugo e Solarolo: a Castel Bolognese la linea si ricongiunge con la più scorrevole Bologna-Rimini, che tocca le ultime stazioni di Imola e Castel San Pietro.

Lo scorrere a passo d’uomo del treno tra le campagne ancora avvolte nella nebbia ha la forma di un viaggio indietro nel tempo; la linea tra Ravenna e Castel Bolognese è a binario unico, e nella stazione di Bagnacavallo manca addirittura il sottopassaggio pedonale. Il treno viaggia a lungo semivuoto.

"La gran parte degli studenti romagnoli ormai preferisce affittare una stanza a Bologna – spiega uno di loro – e questo nonostante l’inflazione e il caro affitti. Facendo i pendolari risparmierebbero sull’affitto, ma che senso ha se poi non hai più il tempo per studiare?" Sul treno che da Bologna torna a Ravenna, effettivamente, si notano molti universitari: tornano a casa per il fine settimana.

Come loro, anche altri hanno rinunciato all’idea di viaggiare su questa linea a cadenza quotidiana. Una dirigente bancaria abituata a muoversi tra Imola e Lugo confida di aver alzato bandiera bianca. "A cinquant’anni arrivi a un punto in cui dici basta – ammette Elena –. Ero stanca di un’ora di treno per coprire appena 27 chilometri. So di contrariare chi come mio figlio vorrebbe che tutti ci spostassimo in treno, ma quelle due ore al giorno erano diventate davvero troppo lunghe".

Anche perché può capitare di fare tardi al lavoro e di arrivare in stazione dopo che l’ultimo convoglio, quello delle 22.46 da Ravenna, è già passato. "A Lugo di sera non si trovano né bus né taxi. Più di una volta ho dovuto elemosinare un passaggio fuori dalla stazione. Una mia amica fu addirittura costretta a cercare una stanza in hotel".

I pochi treni serali sono un grosso limite anche per chi vorrebbe spostarsi da Ravenna a Bologna, o viceversa, per una serata a cena o a teatro: un ragazzo, operatore della galassia telefonica, aveva avuto proprio ieri un’idea simile, quella cioè di una mattinata a passeggio per le bellezze di Bologna.

"Devo avere scelto la giornata sbagliata". La frustrazione dei pendolari è grande, tanto che non tutti sono d’accordo su quali siano le soluzioni da mettere in campo. "Ma dove vivono gli amministratori che si meravigliano del triste primato di questa linea? – domanda Riccardo Guidotti, pendolare tra Castel Bolognese e Lugo – La soluzione è una sola e loro lo sanno: raddoppiare quell’unico, anacronistico binario". Basterà? "Ho qualche dubbio – fa notare Giuseppe Drei –. Tra i problemi storici di questa linea, ci sono anche i molti passaggi a livello: succede più spesso di quanto si creda di vedere una sbarra abbattuta da un automobilista o da un camionista distratto. A quel punto il treno, davanti a un problema di sicurezza, si ferma. E così il meccanismo dell’intera linea si inceppa.