REDAZIONE RAVENNA

Tregua navale nel Mare Nero?: "Per il porto sarebbe positivo"

Mingozzi (Tcr): "Un passo in avanti". Santi (Federagenti): "Situazione in miglioramento"

Mingozzi (Tcr): "Un passo in avanti". Santi (Federagenti): "Situazione in miglioramento"

Mingozzi (Tcr): "Un passo in avanti". Santi (Federagenti): "Situazione in miglioramento"

Una tregua navale tra Russia e Ucraina nel Mar Nero. Al porto di Ravenna la notizia è accolta con grande interesse, anche se le divergenze tra Mosca e Kiev non mancano. "Prima della guerra i traffici dal Mar Nero, in particolare cereali, argilla, ferro e concimi rappresentavano il 16,5% del totale del porto di Ravenna, durante il conflitto sono scesi al 10%, con un parziale recupero di import dall’Ucraina nel 2023 e 2024 dovuto all’apertura del corridoio umanitario del grano. L’arrivo di argilla, di buona qualità, dal Donbass, si azzerò. Nel 2024 e nei primi tre mesi di quest’anno la situazione generale si è in parte stabilizzata, anche con una modesta ripresa dell’argilla. Sappiamo che i porti a ovest di Odessa, come Chornomorsk e quelli lungo l’estuario del Danubio sono operativi", commenta Mario Petrosino, direttore operativo dell’Autorità portuale.

Per Giannantonio Mingozzi (nella foto) presidente del Tcr, sarebbe un passo avanti non indifferente. "Basti ricordare - sottolinea - che le linee marittime dal Mar Nero trasportano produzioni come fertilizzanti, alimenti, ferro, argilla e inerti per la produzione ceramica, meccanica fine e tanti altri prodotti". "Lo scenario è positivo – aggiunge Alessandro Santi, past president di Federagenti e operatore a Ravenna con la casa di spedizioni Sagem – per il porto di Odessa così vicino a quelli adriatici italiani e in particolare a Ravenna. Anche se la Russia chiederà qualcosa in cambio, la situazione sarà in miglioramento. Cito la diminuzione dei costi assicurativi, che si riversano sulla merce. Oggi ci accorgiamo come le scelte strategiche politiche coinvolgano, all’80% dei casi, i commerci e soprattutto il mare e i porti, la cui centralità è un fattore fondamentale".

Maria Vittoria Venturelli