Eni non ha cambiato cronoprogramma per l’abbattimento delle due Torri Hamon, una operazione che serve per ‘liberare’ l’area di 25 ettari, che un tempo apparteneva alla Sarom, e renderla così disponibile alla realizzazione del parco fotovoltaico progettato dall’Autorità Portuale, l’ente pubblico che peraltro sta per acquisire la proprietà di quel vasto territorio che ospitava la raffineria e che negli anni Ottanta passò da Sarom a Agip (Eni). Il costo della compravendita è di 6 milioni e 400mila euro mentre l’impianto per la produzione di energia elettrica a servizio del porto, beneficerà di un finanziamento ministeriale di 10.5 milioni. La conferma viene da una fonte Eni che ribadisce come nei prossimi giorni verrà dato ulteriore corso alla comunicazione di inizio lavori notificata giorni fa da Eni al Comune. Come si sa, il cantiere è stato avviato venerdì mattina con l’intervento di due gru dell’impresa ‘Baldini’ di Faenza richieste dall’azienda che Eni ha incaricato per la demolizione. Con l’intervento di due ‘uomini ragno’ è stata montata la gru destinata ad operare e provvista di un braccio di sessanta metri.
"Questa gru – spiega Nicola Liverani, responsabile operativo del gruppo ‘Baldini’ – servirà per tenere in sospensione la pinza meccanica che, comandata a distanza, provvederà alla demolizione". Venerdì la pinza è stata provata e ha demolito un pezzo di due metri di orlo superiore della torre. I lavori di demolizione, tempo permettendolo, dovrebbero cominciare martedì mattina e protrarsi per alcune settimane. Sempre che non intervengano fatti nuovi, ovvero che la Procura della Repubblica da una parte o la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dall’altro non decidano di intervenire prima per accertare la sussistenza o meno di reati e la seconda per valutare la sussistenza ope legis del vincolo paesaggistico in relazione alla eventuale proprietà pubblica dell’area nel caso in cui già fosse avvenuto il formale passaggio di proprietà. Infatti, Italia Nostra ha notificato all’Autorità portuale, al Ministero della Cultura, alla Soprintendenza, al Sindaco e alla Procura due documenti urgenti: una molteplice istanza di verifica "sul progetto di demolizione, sulla sussistenza dell’interesse culturale delle due Torri ovvero sulla sussistenza del vincolo ope legis su immobili in fase di acquisizione al patrimonio pubblico assoggettati al rischio imminente di abbattimento".
In queste ore intanto si moltiplicano gli interventi per sensibilizzare l’opinione pubblica e nel tentativo di scongiurare l’abbattimentoi. Per domani è prevista un’iniziativa pubblica in piazza del Popolo dalle 11 organizzata da un gruppo di associazioni. Fra le motivazioni c’è anche quella del rischio di annientamento del "patrimonio faunistico e boschivo di rilievo" sviluppatosi negli anni nell’area Per l’occasione, lo spazio culturale ‘Tiratura’ lancia un poster dedicato alle torri e un’azione volta a raccogliere ciò che le torri rappresentano nell’immaginario collettivo della città.
Carlo Raggi