Torna libero Mario Iadicicco. Andrà a processo per omicidio. Accolta l’istanza del suo avvocato

L’uomo è accusato di aver ucciso a coltellate, il 20 settembre scorso, il 47enne Christian Battaglia. I due ebbero un battibecco in piazza Baracca. Ora per il Riesame sono venute meno le esigenze cautelari .

Torna libero Mario Iadicicco. Andrà a processo per omicidio. Accolta l’istanza del suo avvocato

L’arresto di Mario Antonio Iadicicco all’indomani dell’omicidio Nel tondo la vittima, il 47enne Christian Battaglia

È tornato completamente libero Mario Antonio Iadicicco, il 62enne originario di Formia (Latina), ma da tempo residente in città, accusato di avere accoltellato a morte la notte del 20 settembre scorso il 47enne ravennate Christian Battaglia. Il tribunale della Libertà di Bologna ha accolto l’istanza in tal senso formulata dalla difesa (avvocato Francesco Furnari). Per capire quali le ragioni che hanno spinto i giudici occorrerà attendere le motivazioni. Nei motivi aggiunti, la difesa aveva lamentato un vizio legato alle tempistiche di fissazione udienza. Mentre in quelli depositati in prima battuta si faceva riferimento all’esatto inquadramento giuridico dell’accaduto. Il processo contro il 62enne intanto è già stato fissato per inizio ottobre in abbreviato. La difesa cercherà probabilmente di dimostrare che di legittima difesa si trattò. O al massimo di eccesso colposo di legittima difesa. Convocati per la medesima udienza, anche i familiari del defunto tutelati dall’avvocato Filippo Bianchini. In quanto all’imputato, dopo un breve periodo in cella, aveva ottenuto i domiciliari: a fine marzo scorso la Cassazione aveva però annullato l’ordinanza cautelare disponendo un nuovo passaggio a Bologna fissato per giovedì scorso.

Come aveva a suo tempo rilevato il gip Corrado Schiaretti convalidando l’arresto della polizia su richiesta del pm Stefano Stargiotti, "il bere birra è una costante che ha avvolto l’intera vicenda". Del resto la vittima all’ingresso in ospedale alle 22.40 aveva fatto registrare un "tasso alcolemico di 2.68", cioè prossimo al "rischio di coma etilico". Per il giudice, se ciò poteva avere condizionato l’impulso della vittima ad andare a cercare in casa l’uomo che poi lo avrebbe ammazzato, la reazione di quest’ultimo appariva "sproporzionata al rischio incombente". Andava dunque esclusa per il gip la legittima difesa; andava però riconosciuto un "animus defendendi", cioè l’intenzione di esercitare una violenza nei limiti necessari.

Secondo quanto stabilito dal medico legale, il 47enne era morto per via di un’unica ferita all’emitorace sinistro provocata da un coltello da cucina con lama di 15,5 centimetri che aveva bucato un polmone ed era arrivato fino al cuore. Nel suo complesso, il gip l’aveva definita una vicenda che, "a occhi ragionevoli, pare priva di senso" dato che è difficile riconoscere un movente nelle condotte della vittima preliminari all’omicidio. L’unica traccia poteva arrivare dai due insulti che il 47enne aveva rivolto al 62enne: ovvero "frocio e infame" in riferimento a una lite scaturita in piazza Baracca tre ore prima del delitto. Verso le 19 il tunisino che abita assieme a Iadicicco aveva dato del "frocio" al 47enne determinando la veemente reazione di questi con tanto di intervento di una Volante: può essere che Battaglia avesse pensato che Iadicicco aveva chiamato la polizia per denunciarlo. E di conseguenza era andato a casa sua a cercarlo per regolare i conti.

a.col.