È stato condannato a quattro anni di reclusione per vari episodi di maltrattamento e di violenza sessuale nei confronti della moglie. Al termine del rito abbreviato, il gup Andrea Galanti, come peraltro chiesto dalla stesa procura, lo ha invece assolto, “perché il fatto non sussiste”, dall’ultima imputazione: quella di tentato omicidio legata a una circostanza decisamente molto inquietante: ovvero l’uomo, dopo avere aperto il gas di un bombola custodita in garage, avrebbe minacciato di fare esplodere tutto. Si è chiuso così nella tarda mattinata di ieri il processo a carico dell’operaio ultra-quarantenne originario dell’est europeo e finora incensurato, arrestato dai carabinieri del Radiomobile alle prime ore del 24 luglio 2019 nella sua abitazione che si trova in una località rivierasca. La consorte, anche lei di origine straniera, parlando con i militari, aveva riferito di pregresse aggressioni oltre che di rapporti sessuali ai quali sarebbe stata costretta. Circostanze che lei, prima di quel giorno, non aveva mai raccontato. Secondo quanto ricostruito, l’uomo, rientrato in piena notte in stato di forte alterazione alcolica, aveva iniziato a inveire contro la moglie per questioni di gelosia. Nella successiva udienza di convalida davanti al gip Janos Barlotti, l’accusato aveva negato l’aggressione alla moglie spiegando che la lite era legata al livore maturato dopo avere scoperto nel telefonino di lei un sms inviato da un altro uomo. Il tutto acuito dall’assunzione di quattro antidolorifici assieme a un paio di litri di vino. Aveva inoltre precisato di essere sceso in garage per dormire: e di avere aperto la bombola del gas qui presente, solo per spaventare la donna e non per fare saltare tutto. Di fatto la convivente era riuscita a chiudere le valvola nonostante lui l’avesse già aggredita e la tenesse sotto scacco con un coltello. Per quanto riguarda infine l’attizzatoio da camino sequestrato dai militari assieme al coltello con lama di oltre 20 centimetri, l’operaio aveva assicurato di averlo sbattuto per terra solo per allontanare i vicini nel frattempo radunatisi lì attorno.
Ieri mattina il pm d’udienza Antonio Vincenzo Bartolozzi, pur chiedendo l’assoluzione per il tentato omicidio, ha chiesto la condanna a quattro anni sia per i maltrattamenti che per le violenze sessuali nell’ambito di quella che ha descritto come “progressione di episodi”. La difesa – avvocato Giacinto Di Silverio – in merito al tentato omicidio, ha sostenuto come la condotta del proprio assistito “non solo non fosse stata univoca, come rappresentato anche dal pm, ma nemmeno idonea”. Circa le contestate violenze sessuali, le ha escluse in quanto l’imputato non avrebbe “mai avvertito il non consenso” di lei fino al giorno in cui la donna aveva detto esplicitamente: “Fai il tuo lavoro e vattene, è l’ultima volta”. Per la difesa, l’unico reato commesso, “al limite sono stati i maltrattamenti” a causa di un atteggiamento influenzato però pure da alcol e medicinali.
a. col.