Quattro, forse cinque fendenti sferrati con velocità e con forza impugnando un paio di forbici da carne. Solo la sorte ha impedito che quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica, si trasformasse in un omicidio. L’uomo raggiunto dai colpi – un 41enne ravennate di origine campana – se l’è infatti cavata con una prognosi di 20 giorni. Il sospettato – un 36enne anche lui di origine campana, residente a Ravenna, operaio specializzato, finora incensurato e denunciato a piede libero – si è poi presentato assieme al suo avvocato Luca Donelli in questura per offrire la sua collaborazione agli inquirenti. A quel punto gli investigatori della squadra Mobile, grazie anche ai filmati delle telecamere di videosorveglianza, avevano già ricostruito l’accaduto. Non è escluso che ora il pm titolare del fascicolo Silvia Ziniti possa decidere di disporre una consulenza medico-legale sulle caratteristiche delle ferite (profondità e posizione) per valutare la potenzialità dei fendenti inferti e quindi per rafforzare o meno l’ipotesi di tentato omicidio.
Secondo quanto finora emerso anche sulle base di quanto riferito dal 36enne alla presenza del suo legale, tutto potrebbe essersi innescato a causa di una donna in precedenza legata all’indagato e poi assieme al ferito. Di fatto sabato stesso il 41enne avrebbe avuto una colluttazione con lei, non la prima a detta del 36enne il quale era venuto a conoscenza anche di quell’episodio. In quel momento si trovava nella sua abitazione impegnato in una grigliata. E per chiarire con l’altro, si era infilato in tasca le forbici da carne che stava maneggiando ed era andato in cerca del 41enne per infine presentarsi al bar rivierasco frequentato dall’uomo. Inevitabile la discussione durante la quale si era inserita la donna, forse nel tentativo di frapporsi: ma ciò aveva finito con l’esacerbare gli animi. A quel punto il 36enne aveva menato con rabbia diversi fendenti centrando il rivale a una clavicola (che si è rotta), a una spalla, al torace e al collo. Su due piedi, magari complice l’adrenalina, il 41enne non aveva forse realizzato bene la portata dei colpi ricevuti: tanto che aveva deciso di tornare a casa e di medicarsi da solo. Il giorno dopo però – siamo arrivati a domenica pomeriggio –, gli si era presentata pure la febbre per via del malessere accumulato: e così aveva saggiamente pensato di rivolgersi al pronto soccorso. Una volta qui, alla luce della presenza di ferite compatibili con un’arma da punta, per il suo caso oltre alle necessarie medicazioni era scattata una segnalazione al posto di polizia. Gli investigatori della Mobile, una volta allertati, avevano subito ascoltato il ferito il quale, pur ammettendo in buona sostanza di essere stato affrontato da un conoscente, non aveva fornito troppi elementi utili alla identificazione del 36enne. Contestualmente i poliziotti, come accade in questi casi, avevano acquisto le immagini di sicurezza del locale teatro dei fatti. Sia dinamica del ferimento che identità del sospettato erano cioè ormai chiare quando, a completare il quadro, lunedì sono arrivate le parole del diretto interessato il quale ha peraltro fatto ritrovare le forbici, poste sotto sequestro in quanto chiaro elemento di valenza probatoria. Da ultimo gli investigatori hanno ascoltato pure la donna per cercare elementi a riscontro delle parole del sospettato.
a.col.