Una frazione letteralmente tenuta sotto scacco da pochi, quella di Santa Maria in Fabriago (Lugo). I residenti temono ritorsioni e quindi preferiscono non esporsi. Ma la realtà, che sarà condensata nei contenuti di una lettera da loro condivisa, ora in fase di elaborazione e diretta agli enti preposti, parla di insulti, minacce, schiamazzi notturni e reazioni violente. Gli autori di questi comportamenti non consueti, sarebbero gli ospiti del Cas, il centro di accoglienza straordinaria ricavato nella ex caserma dei carabinieri della frazione lughese nell’ottobre del 2023 in seguito al primo sbarco di minori provenienti della nave Ocean Viking.
Al momento la struttura ospita 15 ragazzi di età compresa fra i 14 ed i 18 anni, 10 in meno rispetto alla capienza massima autorizzata. Poche settimane fa, l’attenzione sul centro era stata sollevata da una interpellanza firmata da Fratelli d’Italia e diretta all’amministrazione lughese in cui venivano citati "episodi di violenza, criticità disciplinari e igienico-sanitarie". La sindaca, Elena Zannoni aveva risposto annunciando un aumento dei passaggi delle pattuglie di polizia locale. La situazione però, ad oggi, non è cambiata. Qualche giorno fa, l’ennesimo tafferuglio scoppiato all’interno del centro dove opera il personale della cooperativa Il Solco, ha di nuovo reso necessario l’intervento dei Carabinieri. Gli ospiti barricati all’interno della struttura, hanno iniziato a scagliare oggetti contro gli operatori colpendone una con una sedia. La donna, ricorsa alle cure delle strutture sanitarie, è stata rimandata a casa con dieci giorni di prognosi.
Un episodio fra i tanti che formano il un lungo elenco che ha toccato il culmine nei 16 interventi da parte delle forze dell’ordine condensanti in una settimana e richiesti da operatori e residenti che si dicono ormai allo stremo. E mentre la cooperativa Il Solco pare stia pensando di rinunciare all’incarico, considerando le condizioni di scarsa sicurezza in cui il personale è costretto a operare, anche per i residenti pare sia arrivato il momento di agire, per sollecitare l’attenzione e l’intervento degli enti preposti attraverso la lettera che sarà inviata a breve.
Ad affiancare il disagio causato da schiamazzi e minacce c’è anche il problema delle biciclette che gli ospiti utilizzano e poi abbandonano nei giardini, nei cassonetti e nei pressi del centro. Tant’è che la frazione pare sia diventata meta obbligata per chi intende ritrovare, in caso di furto, la propria bicicletta. Una situazione quindi che sta diventando davvero insostenibile soprattutto per l’imprevedibilità delle reazioni degli ospiti che, per molti dei residenti, sarebbe opportuno ospitare in strutture diverse e più adeguate.
Monia Savioli