Ravenna, 23 luglio 2024 – Era stata recuperata al largo di Cervia quattro anni fa gravemente ferita, con una profonda lesione da taglio sul carapace, che le aveva compromesso anche un polmone e l'uso parziale delle pinne posteriori.
Grazie alla ricostruzione del guscio con la stampa 3D e alla collaborazione tra l'Acquario di Cattolica e il Centro di recupero tartarughe marine Cestha di Marina di Ravenna, è in via di guarigione, con la speranza di poterla presto tornare in mare.
È la storia di Cenere, una giovane tartaruga marina della specie Caretta caretta, per cui sono stati realizzati ben sei gusci artificiali attraverso la tecnologia laser scanner e la stampa 3D, in collaborazione con l'azienda Artificio digitale di Ravenna.
"Questi gusci, fissati con colla epossidica - spiega una nota - hanno rappresentato una soluzione innovativa. I modelli di scudo si sono evoluti nel tempo, per adattarsi alla crescita della tartaruga, alla progressiva guarigione della ferita e alla crescente ergonomicità richiesta”.
La riabilitazione all’Acquario di Cattolica
Adesso Cenere deve recuperare la mobilità compromessa e lo farà all'Acquario di Cattolica, che le ha messo a disposizione una grande vasca con una capacità di 80.000 litri di acqua marina, un ambiente naturale ricostruito ideale per la sua riabilitazione motoria e per abituarla all'uso delle sole pinne anteriori. “La profondità e le dimensioni della vasca giocheranno un ruolo cruciale nel migliorare la mobilità di Cenere - afferma Sara Segati, responsabile scientifica di Cestha - Il resto lo farà lei, che si è dimostrata grintosa, tenace e ha sopportato 11 interventi chirurgici".
“Questo progetto rappresenta non solo un'opportunità unica per la tartaruga, ma anche un'importante iniziativa didattica e divulgativa - spiega Patrizia Leardini, Coo di Costa Edutainment- L'Acquario di Cattolica integrerà la permanenza di Cenere nella campagna comunicativa ‘Salva una specie in pericolo', per sensibilizzare il pubblico sulla conservazione delle specie a rischio. Cenere sarà una presenza emozionante anche per i visitatori dell'acquario, che potranno vederla riprendere fiducia con l'ambiente”.
L'obiettivo è “restituirla al mare, forte e autonoma”, conclude Simone D'Acunto, direttore di Cestha.