REDAZIONE RAVENNA

Superlavoro per i medici, ora basta. I sindacati: "L’Ausl ci incontri"

Professionisti costretti a coprire i buchi del Pronto Soccorso e ad aumentare le visite specialistiche. Le sigle dei camici bianchi: "Definite l’organizzazione dei turni in vista dell’estate e l’afflusso di turisti".

Medici di altri reparti costretti a coprire i turni vuoti per far fronte alle carenze in Pronto Soccorso, creando buchi a catena, e professionisti costretti ad aumentare ulteriormente il carico di lavoro per le visite specialistiche con l’obiettivo di far fronte al piano regionale di abbattimento delle liste d’attesa. Sono queste le "politiche ormai superate di gestione del personale e relazioni sindacali" dell’Ausl Romagna su cui puntano il dito i sindacati dei medici Cgil, Cisl, Uil, Aaroi-Emac, Fassid e Fvm.

"Il 24 gennaio 2024 – scrivono in una nota – è entrato in vigore il nuovo contratto nazionale di lavoro per la dirigenza medica e sanitaria, in un momento storico che vede la peggior crisi del sistema sanitario nazionale pubblico dovuta alla miopia politica che negli ultimi 15 anni ha operato tagli lineari considerando la sanità un peso e non un valore, per la carenza di medici e le continue dimissioni verso situazioni lavorative meglio retribuite e con accettabili tempi di lavoro e di vita". I sindacati passano poi a parlare del nuovo contratto che "mette a disposizione risorse cospicue per le attività più gravose (turni in Pronto Soccorso) e pone in essere una serie di clausole per una miglior conciliazione dell’attività lavorativa con la vita privata, con tetti fissi al numero di reperibilità e orari". "Dispiace notare che – continuano i sindacati – in certe aziende come la Ausl della Romagna non vengano colte le importanti novità del nuovo contratto".

A questo proposito i sindacati parlano, appunto, di "politiche ormai superate di gestione del personale e relazioni sindacali" come "fondi residui" utilizzati non "per valorizzazioni di carriera o incentivi premianti come previsto", ma per finanziare "le prestazioni aggiuntive dell’azienda". E ancora: "Per far fronte alle carenze di personale in Ps si costringono medici di altri reparti a coprirne i turni vuoti, creando nei fatti carenze a catena nei loro reparti di provenienza e inducendo a licenziamenti o mobilità verso presidi ospedalieri che non impongano il demansionamento professionale rispetto alla propria qualifica, invece di trovare soluzioni diverse come avviene in tanti altri territori. Si pensa poi di aumentare ulteriormente il carico di lavoro dei professionisti per le visite specialistiche, a parità di personale, con obbiettivi di budget irrealizzabili per far fronte al piano regionale di abbattimento delle liste d’attesa che appare più orientato ad un consenso di facciata che non alla reale soluzione di prospettiva rispetto ai bisogni delle persone". Per questo i sindacati chiedono un confronto urgente con l’Ausl Romagna, anche in vista della prossima stagione estiva e l’afflusso di turisti che farà impennare le emergenze.