Castel Bolognese (Ravenna), 25 settembre 2022 - La serata era cominciata con un bacio. Difficile dunque capire se l’atteggiamento della ragazza, fosse stato di "vaga ritrosia o di diniego esplicito". E se anche avesse sussurrato un "no", in quella particolare circostanza lui potrebbe non averlo colto. È il contenuto delle motivazioni dell’assoluzione dall’accusa di violenza sessuale per un giovane di Castel Bolognese, nel Ravennate, non ancora trentenne e al tempo dei fatti impiegato in un’agenzia di ragazze immagine. Era finito a processo per violenza sessuale e lesioni aggravate (per alcuni graffi sulle cosce) nei confronti di una studentessa ventenne bolognese. Il gup Corrado Schiaretti al termine del rito abbreviato, pur con la formula del II comma (quella che i giudici usano quando ritengono che la prova sia insufficiente o contraddittoria), lo aveva assolto perché "il fatto non costituisce reato" e dalle lesioni "per non avere commesso il fatto".
La giovane, risarcita e per questo non costituitasi parte civile, aveva raccontato che lui l’aveva prima fatta ubriacare e poi spogliata per infine commettere alcuni abusi. L’imputato – difeso dagli avvocati Pepe e De Luca – pur non negando approcci, aveva invece sempre respinto il concetto di violenza.
I due – come sintetizzato nelle motivazioni dell’assoluzione – si erano incontrati nel 2018 in stazione a Castel Bolognese per un provino. Il ragazzo aveva spiegato che la sala prove non era disponibile: e così erano andati a casa di lui. Qui, durante la cena, il giovane aveva tirato fuori il vino ("ne ho bevuto due bicchieri e mezzo", aveva detto lei). Quindi era seguito il provino: un ballo in un costumino succinto. La ragazza aveva riferito che le girava la testa e che lui aveva iniziato a ballare dietro di lei: "Il ballo era confluito in un coinvolgimento emotivo – ha annotato il giudice – quindi in baci che i due ballerini si erano scambiati reciprocamente".
Ma è a questo punto che la percezione dell’accaduto aveva preso strade tanto differenti. Lui, pensando che il momento fosse propizio, si era abbassato i pantaloni proponendo prestazioni esplicite e spogliandola. Lei poco dopo era andata in bagno e aveva chiamato un’amica. Alla fine lui l’aveva riaccompagnata in stazione: una volta a Bologna, la giovane lo ha denunciato. Secondo il gup, la ragazza quella sera "era in difficoltà emotiva, non etilica: è possibile che fosse confusa" davanti a "una situazione inattesa con pochi mezzi per fronteggiarla, come spesso accade in età molto giovane".
In questo contesto, "è possibile pensare che un diniego sussurrato da una giovane che faceva di tutto per sembrare tranquilla, potrebbe non essere stato colto" dall’imputato "come effettiva barriera a un rapporto sessuale consenziente".